Il caso plusvalenze e la nuova penalizzazione inflitta alla Juventus (-10) protagonista del “Si&No” del Riformista. Due opinioni differenti: favorevole alla penalizzazione, che ritiene legittima perché la differenza con le altre società sta nelle prove lasciate, il giornalista nonché tifoso bianconero Federico Ruffo. Contrario invece il direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni secondo cui “sarebbe stato sufficiente e opportuno congelare le sentenze fino al termine del torneo e armonizzare le varie inchieste, così da emettere un verdetto complessivo, chiaro e definitivo“.

Qui l’opinione di Ivan Zazzaroni:

Sarebbe bastato un minimo di buonsenso. Lo ha scritto il Corriere dello Sport martedì con Alessandro Barbano, lo ha ripetuto ieri il Corriere della Sera con Massimo Gramellini. Sarebbe stato sufficiente e opportuno congelare le sentenze fino al termine del torneo e armonizzare le varie inchieste, così da emettere un verdetto complessivo, chiaro e definitivo.

Invece, a livello sportivo, si ripropone in forma grottesca il vizio che tanti imprenditori stranieri e semplici cittadini imputano alla nostra giustizia ordinaria: l’incertezza e l’illogicità dei meccanismi processuali, che paralizzano qualsiasi iniziativa e soffocano il desiderio di investire soldi ed emozioni in un paese dove da secoli l’unico a vincere sempre lo scudetto è Azzeccagarbugli.

Queste prime righe descrivono perfettamente quello che è accaduto negli ultimi mesi, relativamente al caso Juve-plusvalenze – e non è ancora finita. Oltre a falsare il campionato, la giustizia sportiva è riuscita nell’impresa di trasformare i colpevoli in vittime. Vittime di un “complotto”: questa è la percezione dei tifosi juventini, sostenuta da elementi quali le modalità dei vari gradi di giudizio e la tempistica dell’atto per il momento conclusivo, ovvero la comunicazione del -10 fatta pochi istanti dopo la fine di Roma-Salernitana e pochi minuti prima di Empoli-Juventus.

Fin troppo naturale pensare che quel punto tolto con una puntualità disarmante dalla Corte federale altro non fosse che il ricalcolo dei punti necessari per estromettere la Juventus dalla zona Champions, partendo dal pareggio della squadra di Mourinho. Non posso parlare di malafede, guai: ma certamente di insensibilità. Un autentico disastro: non entro nel merito della punizione, condanno la dinamica processuale. Mi sono trovato peraltro d’accordo col ministro Giorgetti quando – purtroppo in corso d’opera – ha chiesto che gli organi di giustizia sportiva fossero svincolati dalla federazione per evitare sospetti, retropensieri e il timore di pericolose ingerenze.

Sarà interessante adesso leggere le motivazioni della Corte d’Appello per capire con quali artifici lessicali ed equilibrismi giuridici motiverà una sentenza sartoriale confezionata contro il club bianconero da parte di una giustizia sportiva che sentenzia secondo morale, in assenza di qualunque determinazione edittale della pena proporzionata all’illecito e prevedibile. Neanche se quanto accaduto fosse una nemesi, dopo decenni di arrogante egemonia bianconera culminata nell’onta della Superlega, potrebbe giustificarsi un’odissea giudiziaria che somiglia terribilmente a una vendetta. Anche se si tratta di un retropensiero (we are italians), non posso evitare di sospettare che dietro questa decisione si nasconda la tentazione di stravincere. Non mi pare il modo migliore per risanare le ferite apertesi in questi anni nel sistema.

Ivan Zazzaroni (direttore Il Corriere dello Sport)

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