Più imparzialità
Concessioni balneari, la favola del nonno da stabilimento non regge più: il passaggio di padre in figlio a botte di proroghe. Con gare trasparenti prezzi più bassi
Per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare. Superato il motivetto vintage, rimane il problema di un mare inquinato dalle corporazioni che da decenni bloccano il mercato. Quest’anno, però, potrebbero esserci delle novità. La sentenza del Consiglio di Stato certifica che le concessioni sono scadute il 31 dicembre 2023; di fatto, i balneari sono degli abusivi con proroghe che non hanno alcun valore.
Lo storytelling del nonnetto
Mentre nel resto d’Europa non esiste un monopolio, con spiagge libere in Spagna e solo il 20% di occupazione in Francia, in Italia resiste la puerile narrazione del nonnetto che gestisce la spiaggia andando incontro alle esigenze dei bagnanti. Lo storytelling, in realtà, è meno romantico e racconta la triste storia di stabilimenti che passano da padre a figlio a botte di proroghe. Nel 1942 il Codice della Navigazione stabilì che la concessione di un bene demaniale dovesse essere assegnata a chi garantiva il perseguimento dell’interesse pubblico e una proficua utilizzazione del bene. 50 anni dopo, nel 1992, fu inserito il concetto di “diritto di insistenza”, secondo cui i soggetti già titolari di concessioni balneari sarebbero stati preferiti, nell’ottenimento di nuove concessioni, ad altri soggetti senza concessioni a carico.
Il canone minimo
Il concetto di interesse pubblico si è dimostrato un oltraggio alla storia; di proficuo, invece, c’è solo l’incasso dei gestori degli stabilimenti. Secondo un rapporto della Corte dei Conti, lo Stato ha incassato poco più di 100 milioni di euro l’anno tra il 2016 e il 2020 grazie ai canoni delle concessioni, con un fatturato per il comparto balneare stimato in 33 miliardi. Il canone minimo per il 2024 è di 3.225,50 euro, una miseria che affoga il nostro paese in un mare di inutili privilegi. Nonostante richiami e diffide da parte della Commissione europea, dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, del Consiglio di Stato, la direttiva Bolkestein, che impone gare imparziali e trasparenti per assegnare le concessioni balneari, viene ignorata nel silenzio e con la complicità della politica.
Servono gare imparziali e prezzi più bassi
Da Mare Libero fino ai Radicali Italiani del giovane segretario Matteo Hallissey, si moltiplicano le iniziative di protesta: una presa della battigia per chiedere di ristabilire la legalità con gare imparziali e trasparenti per assegnare le concessioni balneari e ottenere più introiti per lo Stato, prezzi più bassi e servizi migliori per i cittadini. Nell’attesa, molti cittadini “occupano” gli stabilimenti mettendo i propri asciugamani tra le tende dei VIP, gratis. Sperando di non ricevere i poco zelanti rilievi del bagnino del Battistini di Ostia che, andando incontro a Matteo Hallissey, lo ha accolto con un affettuoso “io ve sparo”.
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