La sentenza a Washington
Condannata la moglie del Chapo, 3 anni per droga e riciclaggio a Emma Coronel Aispuro

È stata condannata a tre anni di prigione Emma Coronel Aispuro, moglie del re del narcotraffico messicano “El Chapo”, Joaquín Archivaldo Guzmán Loera. La sentenza per traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro. L’accusa aveva chiesto quattro anni sottolineando che la donna non aveva precedenti penali e che ha riconosciuto le sue responsabilità, dopo essersi professata innocente in un primo momento. Il giudice federale Rudolph Contreras ha riconosciuto che la 32enne, ex reginetta di bellezza, era appena un’adolescente quando sposò il boss.
La donna ha già scontato nove mesi. Si era dichiarata colpevole poco dopo il suo arresto, lo scorso 22 febbraio all’aeroporto di Dulles, in Virginia. L’accusa era di far parte di una rete di narcos dedita all’esportazione di cocaina, metanfetamina, eroina e marijuana verso gli Stati Uniti. La moglie del “Chapo” era anche accusata di aver aiutato il marito a fuggire dalla prigione di Altiplano nel 2015 – gli aveva fornito un orologio Gps nascondendolo nel cibo – e di aver perfino pianificato l’evasione del 2017.
In quest’ultimo caso il Re del narcotraffico messicano era in procinto di essere estradato negli Stati Uniti. L’estradizione del Chapo sarebbe arrivata solo nel 2017. Sta scontando l’ergastolo nella prigione di massima sicurezza di Florence, in Colorado. La donna lo scorso giugno si era dichiarata colpevole di tre capi di accusa: concorso in traffico di droga, riciclaggio di denaro sporco e transazioni con un narcotrafficante straniero. A giudicarla colpevole la Corte Federale di Washington.
“Esprimo il mio rammarico per tutto il male che posso aver fatto”, ha detto la donna prima della lettura della sentenza. “Soffro per il dolore che ho causato alla mia famiglia”. La moglie del Chapo ha patteggiato anche un accordo per la restituzione di 1,5 milioni di dollari. La stessa accusa ha ammesso che il suo vero ruolo nelle attività del marito “era minimo”.
“Le sue figlie sono in Messico e sappiamo molto bene cosa succede a coloro che collaborano e alle loro famiglie”, ha dichiarato alla televisione Univision l’avvocata della 32enne Mariel Colon, negando che la sua assistita abbia collaborato con i magistrati per ottenere una pena minore e che abbia beneficiato dello status di testimone protetto. La donna, come hanno ricordato gli avvocati, aveva sposato il boss messicano per il suo 18esimo compleanno. “Era una minorenne molto impressionabile, sposata con un uomo potente di più di tre decenni più vecchio”. La donna aveva 17 anni quando incontrò El Chapo. Era figlia di un fedelissimo del boss.
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