La Repubblica Democratica del Congo è sempre stata un membro importante dell’articolata e difficile storia africana ed ha visto combattere sul suo sconfinato territorio ben due lunghissime guerre negli ultimi 25 anni che sono state addirittura definite dalla stampa guerre mondiali africane. Il Congo è un gigante dai piedi d’argilla, ricchissimo delle materie prime più richieste e desiderate al mondo: dal cobalto al litio, dal coltan alle terre rare, dall’oro ai diamanti, ma allo stesso tempo è uno dei paesi più poveri al mondo, dove la popolazione vive senza nessun futuro.

Negli ultimi giorni è tornato alle cronache mondiali per l’apparizione di un virus a circa 700 km dalla capitale Kinshasa che, stando ai dati della autorità locali, avrebbe già mietuto alcune centinaia di vittime. Questa malattia non ha ancora un nome e soprattutto non è ancora chiara neanche la sua modalità di trasmissione, ma ha una mortalità superiore al 30% e colpisce soprattutto bambini e giovanissimi. La Repubblica Democratica del Congo ha visto nascere sulla sua terra il virus Ebola, il vaiolo delle scimmie e soffre di moltissime malattie ormai endemiche come la dengue, il tifo, febbri emorragiche ed il colera.

Le inadeguate strutture sanitarie del paese africano non sono assolutamente in grado di affrontare questa nuova problematica, che già è stata presa in carico dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e che per il momento appare circoscritta in questa remota regione posta al confine con l’Angola. Ma se nella parte occidentale del Congo un virus minaccia la vita degli abitanti, nella parte orientale è una guerra infinita che tutti i giorni attenta alla loro sopravvivenza. Nelle dilaniate province del Kivu settentrionale e meridionale  il movimento ribelle M23, nato per volere del Ruanda, continua ad avanzare occupando città e villaggi e dimostrando ancora una volta l’impotenza dell’esercito nazionale congolese che non riesce a difendere la cittadinanza.

Gli interessi internazionali vogliono mantenere la Repubblica Democratica del Congo nel caos per poter continuare a saccheggiarla. Ruanda, Uganda e Burundi sono infatti direttamente coinvolte in questa guerra che si combatte in territorio congolese e si scontrano per il controllo delle vie di comunicazione per l’esportazione delle materie prime presenti nell’area. Tutti i tentativi di pacificazione e di trattativa portati avanti da mediatori internazionali sono falliti e dopo un breve cessate il fuoco, gli scontri sono ricominciati in maniera ancora più violenta. Gli stati della regione dei Grandi Laghi armano, addestrano e finanziano i movimenti ribelli che destabilizzano tutto il Congo orientale e a volta si scontrano fra di loro nella ripartizione del territorio. Una storia già raccontata, fatta di oltre 5 milioni di morti in 25 anni di guerra e di 30 milioni di sfollati e che non sembra ormai interessare più a nessuno.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi