Malagò è in uscita nonostante i successi olimpici?”. Il Ministro dello Sport, Andrea Abodi aveva risposto affermativamente alla domanda del Corriere dello Sport sull’addio al CONI del suo Presidente alla fine del suo terzo mandato, in scadenza il 30 maggio 2025: “Le norme dicono che i mandati, negli enti pubblici, possono essere al massimo tre. Malagò è alla fine di un percorso”, aveva chiosato il ministro. Un commento poco apprezzato dal numero uno del Comitato Olimpico, che ha rimarcato il suo disappunto quest’oggi nella conferenza stampa di bilancio delle Olimpiadi di Parigi 2024: “È stato fuori luogo che a cinque giorni dalla fine delle Olimpiadi il Ministro abbia sottolineato che il mio ciclo sia al termine. Non è solo un problema di stile. Io non l’avrei mai fatto”.

Il limite alla rielezione di Malagò

Il limite ad una sue rielezione sta nella natura giuridica del CONI: “Io penso non possa essere trattato diversamente dalle Federazioni – sostiene Malagò – dove invece il limite dei mandati per i presidenti a patto che vengano rieletti con due terzi del consenso è stato modificato (il voto è a scrutinio segreto dei presidenti delle federazioni e degli enti di promozione sportiva, ndr). Se non lo si vuole inserire vuol dire che si sa che c’è un rischio elevatissimo di superarlo e significa andare contro il consenso che esprime il mondo dello sport”.

Coni, Malagò vorrebbe continuare, il governo pensa a Luca Zaia

La questione è più che mai politica: Malagò vorrebbe continuare, Abodi non è entusiasta. Come scrive Repubblica, al manager romano potrebbe essere prospettata un’altra sfida, magari quella della Federcalcio, mentre il governo preferirebbe un altro volto pronto ad esordire con le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. E il volto potrebbe essere quello di Luca Zaia. Anche il Presidente del Veneto ai ferri corti con Salvini è in scadenza di mandato. Nessuna candidatura alle Europee, oscurato da Vannacci, c’è l’ipotesi di sindaco di Venezia per il dopo Brugnaro, ma l’opzione più suggestive e appunto la presidenza del Comitato olimpico.

Il quotidiano narra di un lascia passare di Stefano Bonaccini, ex collega presidente di Regione, a un’ipotesi sportiva. E di una mossa di Giorgia Meloni concordata con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, entrambi interessati a far arrivare a Roma l’unico leghista in grado di scontrarsi con Salvini. E la soluzione piacerebbe anche ad Abodi che aveva anche acceso i riflettori sui rapporti poco buoni tra il Presidente Binaghi (FITP) e lo stesso Malagò: “Si è complimentato con i tennisti solo sui social e Binaghi non ha gradito? Differenti sensibilità e posizioni storicamente divergenti”. Quella tennistica, che ingloba anche il Padel, è la federazione italiana più in crescita, e si è riscoperta competitiva e vincente. Riappacificare i rapporti non dispiacerebbe a nessuno. Ma anche il governo sta cambiando le proprie abitudini: non si guarda più ad un futuro troppo lontano.

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