Ogni settimana proliferano le notizie di focolai covid che divampano nelle cliniche private, soprattutto nei centri di riabilitazione. “Ho personalmente constatato che in alcune strutture in cui sono ricoverati attualmente Pazienti in riabilitazione ad esempio con postumi di problemi cerebrali, postumi di lesioni da traumi, non sono effettuati vaccini. È vaccinato il personale della struttura ma non i ricoverati”. Questo l’allarme che lancia Giovanni De Lisa, medico chirurgo napoletano in pensione da qualche anno e che continua a offrire da volontario la sua esperienza per la lotta al Covid.
De Lisa è preoccupato dalla gestione della campagna vaccinale in particolare in Campania dove procede spedita ma alcune fasce fragili a suo avviso ne sono ancora pericolosamente escluse. Come avviene ad esempio nei centri di riabilitazione. Non è un caso che nelle ultime ore la Procura di Santa Maria Capua Vetere abbia iniziato a indagare sulla morte di un uomo di Sparanise, deceduto all’ospedale di Caserta dopo aver contratto il virus mentre era ricoverato in clinica per una riabilitazione. Nelle ore precedenti è deceduta anche un’altra donna che era stata ricoverata nella stessa struttura. A questo si aggiunge la difficoltà pratica che un contagio in una struttura di questo tipo, non attrezzata per il covid, può portare.
“Nel corso di questa pandemia ho contattato più volte chi dettava le linee da seguire senza essere ascoltato – continua De Lisa, medico che non si arrende davanti alle difficoltà – Attualmente con la vaccinazione in corso ci sono ancora troppi anelli deboli nella catena vaccinale”. Da medico volontario che lavora anche nelle strutture di riabilitazione, nel comitato Terapia domiciliare Covid e a contatto con il pubblico, lancia alcune proposte.
“Per me, dopo la vaccinazione dei degenti delle cliniche di riabilitazione, è importante prevedere una campagna vaccinale scolastica – dice De Lisa – È già stato vaccinato il Personale tutto. Si potrebbero vaccinare gli alunni delle ultime classi in modo da permettere il rientro a scuola almeno nell’ultimo mese e provare a sostenere gli esami di maturità in presenza. Immaginate che effetto potrebbe fare una soluzione di questo genere”.
“Per ultimo la mia proposta sempre in tema di vaccini è la seguente – conclude il medico – in tutti i Paesi almeno quelli piccoli coinvolgere tutti i Medici di base di quel Paese (conoscono benissimo i loro assistiti) e fornirli al più presto di vaccini. Queste sono tre idee facilmente realizzabili senza dispendio di grandissime energie”.