Un mese e mezzo fa, quando venne presentato a Palazzo Reale, non si aspettava di ritrovarsi alla vigilia della prima sfida di serie A (in programma domani a Verona) con una squadra largamente incompleta, con la grana Osimhen che rischia di condizionare l’intero mercato del Napoli e con solo due centrocampisti (Lobotka e Anguissa). Antonio Conte non le manda a dire e, a poco più di 24 ore dall’esordio del suo Napoli, affossa Aurelio De Laurentiis e spegne qualsiasi tipo di entusiasmo di una piazza assai lunatica. Chissà come reagirà il vulcanico presidente azzurro, consapevole tuttavia di non aver messo, ad oggi, l’ex allenatore di Juve e Inter nelle migliori condizioni per iniziare la stagione.

Conte non è nuovo a dichiarazioni contro i club per cui lavora. Anni fa si dimise da allenatore della Juventus a metà luglio 2014 e dopo tre scudetti di fila proprio per divergenze di mercato. Col Tottenham pure arrivò allo scontro con la dirigenza e, dopo una sfuriata in conferenza stampa proprio contro la società venne esonerato.

Conte affossa ADL: “Decimo posto non è un caso”

“Mi aspettavo di trovare una situazione migliore”. “Siamo in una situazione molto vicina all’anno zero, è un momento critico, ci sarà ricostruzione quasi totale. Una rosa che comunque mette sul mercato 10-12 giocatori significa che c’è una ricostruzione in atto e come ogni ricostruzione serve pazienza, umiltà, anche dell’ambiente stesso, capire il momento ma non farci contagiare dall’entusiasmo. Significa essere in una situazione molto diversa dalle altre squadre che vedo avere stabilità, che cedono due giocatori ma hanno una formazione base a cui aggiungono un paio di elementi”. “Lo scudetto è un grosso tranello che getta fumo negli occhi a tutti”. “Il decimo posto dello scorso anno non è un caso né una questione di sfortuna, ve lo garantisco”.

Un bagno di realtà che fa bene ad un ambiente capace di esaltarsi, e poco dopo deprimersi, davvero con poco. L’appello di Conte è netto: “Dico solo che siamo in una fase e sarà un’annata dove dovremo prepararci a soffrire, tutti insieme, compatti, nella sofferenza dovremo essere uniti e dare il massimo”. “Per riportare il Napoli competitivo -aggiunge – ci vorranno tre mesi, sei, un anno non so, ma per ora so che incontreremo forti difficoltà”.

Conte aggiunte: “Mi aspettavo di trovare sorprese positive e invece non ci sono state”. Non è chiaro se il riferimento è anche al livello tecnico dei giocatori.

Mercato bloccato, Conte: “Osimhen doveva portare introiti…”

A far precipitare le valutazioni di Conte è stato soprattutto un calciomercato bloccato dalla grana Osimhen, prigionieri di una clausola (130 milioni di euro) fuori mercato. Ad oggi nessuna offerta ‘accettabile’ è arrivata alla società azzurra e senza la cessione dell’attaccante nigeriano (ai margini del gruppo) non sono stati concretizzati gli arrivi di Lukaku, Neres e altri centrocampisti che il Napoli segue da tempo.  Conte non si sbilancia e si limita a spiegare che “il mercato va su parametri che riguardano i soldi e il fatto che il Napoli non gioca le coppe è un handicap notevole. Dobbiamo quindi cercare di trovare soluzioni per tamponare, non possiamo pensare di fare tutto in una sola sessione di mercato, perché ci sono troppe cose da fare”.

Sul blocco Osimhen, ha aggiunto: “Sapete benissimo che la situazione è molto complicata e ci dispiace, perché la situazione è bloccata, non posso dire altro. Su Osimhen sapete che è una situazione che ho trovato in essere e che viene decisa da parte del club e del calciatore, io non sono entrato su questa strada. Ora nel mercato serve cercare di prendere lo stretto necessario, sapendo che le uscite che facciamo sono solo prestiti e quindi non entrano soldi e intanto che c’è la situazione bloccata che sapete che doveva portare introiti“.

Una conferenza nel corso della quale Conte ha preferito non parlare di tattica. Dure le sue parole ai giornalisti: “Non andiamo su discorsi tattici perché vuol dire non aver capito niente. Stiamo lavorando sulle cose perché funzionino di più, lasciateci lavorare. Ricordo che l’anno scorso seguivo il 433 del Napoli che ha portato al decimo posto, quindi oggi non guardiamo l’ultimo dei problemi, quello della tattica”.

Redazione

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