“Ci sarà una sorpresa”, ha detto Giuseppe Conte in un’intervista televisiva di pochi giorni fa. Il leader del Movimento 5 Stelle ha risposto così alla domanda sul futuro posizionamento del suo partito in Europa. Un tema non secondario viste le elezioni imminenti per rinnovare le istituzioni di Bruxelles e Strasburgo. Il M5s ad oggi non ha un gruppo europeo di riferimento. Una condizione che dura dal 2019, dopo un apparentamento con gli euroscettici di destra del britannico Nigel Farage, promotore della Brexit. Con i sondaggi che li indicano al 15-16%, i pentastellati potrebbero eleggere circa 15 eurodeputati ma questa volta vogliono avere un peso specifico all’interno del Parlamento Ue, per questo cercano casa. E Conte, almeno come riportano retroscena di stampa rimbalzati anche in Italia su La Repubblica, starebbe lavorando a un’alleanza pacifista con altre forze di sinistra populista, con posizioni spesso filorusse.

Conte e l’alleanza rossobruna in Europa, l’asse con i tedeschi di Bsw

Nella sua intervista di lunedì sera a Quarta Repubblica su Rete4, Conte è stato criptico, dando solo un indizio: “Andremo nell’area progressista, ma non con i socialisti”. Esclusa quindi l’adesione al Partito socialista europeo, di cui fa parte il Pd, in quello schieramento c’è solo The Left-Gue, il gruppo di sinistra e dei verdi in Ue, legato a posizioni ambientali e anche post comuniste. In passato si è parlato di un possibile ingresso del M5s in questa famiglia, ma ora la novità sarebbe un’altra. I pentastellati vorrebbero creare un nuovo gruppo di sinistra conservatrice insieme a Sahra Wagenknecht, la leader tedesca uscita da Linke che ha creato un suo partito Bsw (Bündnis Sahra Wagenknecht — Vernunft und Gerechtigkeit, ovvero Alleanza Sahra Wagenknecht — Ragione e Giustizia). Bsw in Germania è stimato al 7%: da una parte con le sue posizioni pacifiste e l’opposizione al neoliberismo toglie voti alla Linke, ma dall’altra con la critica all’immigrazione incontrollata e alle tematiche gender rosicchia qualcosa anche a destra a scapito dell’Afd. Wagenknecht si è definita una “conservatrice di sinistra”.

La conferma di una possibile convergenza tra i tedeschi di Bsw e il M5s è stata data anche da Fabio De Masi, un ex membro di origini italiane della Linke in Germania, in un’intervista a La Stampa. “In generale, seguo con grande interesse il lavoro di Giuseppe Conte e vedo molte affinità con i 5 Stelle in termini di politica estera, investimenti pubblici e giustizia sociale. Questo vale anche per la politica migratoria” ha detto lo spitzenkandidaten di Bsw. De Masi ha poi aggiunto: “Per formare un gruppo parlamentare bisogna conoscersi. Come italo-tedesco, dopo le elezioni anche io auspico un dialogo più stretto con i 5 Stelle e con altri partiti con contenuti simili. Le discussioni sulla formazione di un gruppo parlamentare al momento sono del tutto premature. Tuttavia, vogliamo lavorare con forze che si oppongano all’Ue di Von der Leyen e Meloni“. Insomma, le premesse ci sono tutte, ma De Masi è chiaro: “L’etichetta che ci definisce rossobruni è sbagliata e caricaturale. Non diciamo ‘Meno Europa, più Germania‘. Io ho criticato l’austerity, ho chiesto investimenti e la riforma del freno al debito. L’Europa centralizzata è una Ue più tedesca perché la Germania è l’economia più forte”.

Conte e l’alleanza rossobruna, il possibile alleato filorusso Fico

Ma M5s e Bsw, in caso di accordo, non bastano a creare un gruppo parlamentare, che ha bisogno almeno di 25 parlamentari sparsi in sette paesi. Il grosso lo metterebbero i pentastellati, ma mancano gli appoggi negli altri Stati europei. Uno degli indiziati maggiori a entrare in questa possibile gruppo è il partito Smer di Robert Fico, il premier slovacco ferito in un attentato di recente. Le sue posizioni filorusse lo hanno allontanato dai socialisti europei. O meglio, i socialisti lo hanno cacciato proprio per una linea giudicata troppo euroscettica, populista e vicina a Mosca. Identikit che invece non trova difetti per il nuovo gruppo del M5s.

I lavori per cercare altri adepti sono in corso con il M5s pronto a mantenere le redini di questo progetto europeo. Sono pronti ad accogliere chiunque sia anche solo vagamente dentro il campo progressista ma che sia scontento della propria collocazione e abbia posizioni alternative ai socialisti su Europa, immigrazione e diritti. Tuttavia, la prima condizione in questa ricerca verso nuovi alleati è il tema della pace, anche a costo di strumentalizzarla. Per questo si guarda con attenzione a tutte le forze che sono contro l’invio di armi a Kiev e vogliono concludere la guerra in Ucraina anche lasciando alla Russia le conquiste territoriali raggiunte in questi due anni di conflitto. Guai, però, a chiamarli filorussi.

Redazione

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