Lo scontro
Conte categorizza gli ebrei italiani e parla di “sterminio” a Gaza, la replica: “Non siamo mica nella Russia di Putin”

Giuseppe Conte categorizza gli ebrei. Ne fa un gruppo chiuso e definito, li inscrive in una cerchia precisa. Durante una diretta sui suoi canali social li arringa così: «Sono riprese le operazioni militari a Gaza e le aggressioni provenienti dalle colonie illegali in Cisgiordania». Dove va a parare Conte? Eccolo: «Stiamo assistendo – sottolinea il leader pentastellato – a un sistematico sterminio, una buona parte sono donne e bambini. È chiaro che quello di Israele è un governo criminale, ma lo dico a tutti gli amici ebrei, proprio perché si dice che Israele è un Paese democratico, non si può stare in silenzio. Il silenzio c’è nelle dittature».
L’invito esplicito è a dissociarsi dalla guerra a Gaza ed è genericamente rivolto agli ebrei italiani. Peccato che ciascuno pensi con la propria testa e che l’ebraismo, nella sua accezione religiosa, non coincida con l’adesione a un soggetto politico unitario. Non è un corpo univoco, né aiuta, nella complessità del momento, darne una immagine riduttiva e banalizzata.
L’esortazione collettiva non piace ai diretti interessati. «Conte chiede agli ebrei di dissociarsi dalla guerra a Gaza, come se non fossero cittadini italiani. Questo richiama il clima di sospetto e divisione che ha portato all’attentato alla Sinagoga di Roma nel 1982», gli fa notare da Milano il consigliere comunale Daniele Nahum, esponente della Comunità ebraica milanese. «Caro Conte, all’interno delle comunità ebraiche esistono diverse posizioni sulla guerra a Gaza e sul conflitto arabo-israeliano e israelo-palestinese. L’uso di termini impropri come ‘sterminio’ alimenta un clima di pericolo verso i cittadini italiani di fede ebraica, che, in quanto membro delle istituzioni, è tenuto a rappresentare».
E poi rincara: «Ritengo le dichiarazioni di Conte inaccettabili e lesive della dignità dei cittadini italiani di fede ebraica. In una democrazia liberale, la responsabilità è individuale, non siamo mica nella Russia di Putin. Chiedo a Giuseppe Conte di ritrattare le sue dichiarazioni e di presentare scuse formali per il danno arrecato».
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