C’è un criterio che in politica aiuta molto a condurre e a condursi, anche se la politica stessa sembra complottare costantemente contro di lui: si chiama coerenza. Quando poi si sta al governo, questo da criterio diventa un ordine. E può rivelarsi molto utile quando si brancola e non si sa ha la più pallida idea di come uscire da un pantano. Perché qui sta il punto: come uscirà il governo giallorosso dalla vicenda Autostrade? E cosa dovranno aspettarsi gli italiani, che fino ad ora, nel balletto cui stiamo assistendo da settimane, compresi i presunti accordi raggiunti alle 4 di notte dopo consigli dei ministri rimandati più volte, hanno capito solo che dovranno mettere mano al portafoglio per finanziare con svariati miliardi lo Stato (attraverso l’onnipresente Cassa Depositi e Prestiti) nell’acquisto di quote di Atlantia?
Da due anni i 5Stelle ci promettono la revoca della concessione che da molto tempo i Benetton si tengono stretta ed è finita che la concessione non solo non si revoca, ma ci compriamo noi un pezzo di Atlantia, in puro stile statalista sovietico. Sempre che accada, perché nel frattempo Di Maio e Gualtieri si sono precipitati a dire che l’opzione della revoca della concessione è rimasta sul tavolo. La beffa è che, su una questione così complessa e ancora molto confusa, i 5Stelle hanno sentito l’impellenza di gridare al trionfo, compatti come un sol uomo: “Promessa mantenuta”, hanno ripetuto in coro. Promessa mantenuta, è ancora tutto da vedere. Per ora il governo si è limitato a certificare urbi et orbi che in Italia l’impresa privata non ha da essere.
E adesso come si procederà? La vicenda Autostrade riguarda tutti noi, ma non credo che questa volta ci sarà una salvifica conferenza stampa del Presidente Conte alle 20,20 a reti unificate a spiegarci cosa sta accadendo e soprattutto cosa accadrà. Eppure qualche idea dovremo pur farcela, ed ecco allora tornare utile il criterio della coerenza: dunque, se per il governo i Benetton sono il nemico pubblico numero uno, il Male Assoluto, i reietti dall’umanità, la mela marcia nel paniere illibato del nostro virtuoso Paese, allora vanno trattati come tali fino in fondo. Bisogna, quindi, essere consequenziali. Devono spiegarci se a questo punto, sempre per coerenza, il governo toglierà ad Atlantia gli aeroporti di Roma. Sì, perché attraverso la controllata Adr Atlantia gestisce e sviluppa anche Fiumicino e Ciampino. E come funziona, allora? Se gli togliamo le strade perché questi Benetton sono così pericolosi e dannosi, gli andranno tolti anche gli aeroporti, no? E non è finita: Atlantia controlla anche Telepass (100%), che gestisce i sistemi di pagamento elettronico del pedaggio sulla rete autostradale italiana e in dieci paesi europei; ed anche Etc (64,46%), impegnata negli Stati Uniti nell’integrazione, manutenzione e supporto di pedaggio elettronico free flow; e pure Emovis, (controllata al 100% da Abertis che è controllata da Atlantia), che gestisce i sistemi di pedaggio elettronico e fornisce soluzioni di smart mobility in sette paesi nel mondo; e infine Eurotoll, (controllata al 100% da Abertis), operatore presente in Europa che fornisce assistenza e servizi di gestione del pedaggio agli autotrasportatori. Va tolto anche tutto questo, fosse mai che ci facessero anche fare brutta figura all’estero?
C’è poi Pavimental (99,40%), che opera nel settore delle pavimentazioni e manutenzioni autostradali e aeroportuali in Italia. E anche Spea Engineering (100%), che fornisce servizi di ingegneria per le attività di progettazione, monitoraggio e manutenzione della rete autostradale e delle infrastrutture aeroportuali. Infine, Atlantia detiene quote di minoranza in Hochtief (23,9%) – Getlink (15,49%) – Aeroporto G. Marconi di Bologna (29,38%). Lo sa il popolo grillino? Che facciamo con gli aeroporti e la pavimentazione e il Telepass? Beh, per coerenza gli vanno tolti. Ci compriamo anche quelli? E gli Autogrill? Gli ACafè? Via anche quelli, o ci limitiamo a boicottarli e soffriamo fame e sete quando viaggiamo in macchina? Non è chiaro: i Benetton sono nemici dichiarati ma continuiamo a pagare col Telepass, mangiamo nei loro ristoranti, ci facciamo pavimentare da loro le strade e ci facciamo fare anche le manutenzioni?
Davvero penso che Conte debba spiegare qualcosina. Che facciamo, ci compriamo tutto coi soldi degli italiani? E chi subentra alle tante funzioni gestite dalle controllate di Atlantia? Facciamo fare all’Anas? A vendere i panini all’Autogrill ci mettiamo i dipendenti Anas? Ma si, mettiamo lo Stato a fare tutto, immaginiamocelo a gestire infrastrutture strategiche h24. E via con infornate di funzionari e dirigenti per svolgere tutte queste mansioni. Certamente con l’efficienza che lo contraddistingue lo Stato farà un ottimo lavoro e noi potremo dormire sonni tranquilli. Ecco il magnifico futuro che ci aspetta, se il governo sarà coerente.
Il dramma vero è che una certa inquietante coerenza da tutta questa assurda situazione affiora: stanno puntando a trasformare la penisola in uno sterminato poltronificio, in cui mettere gente a reddito di cittadinanza mascherato. Lo avevano promesso e lo faranno. Stanno comunicando al mondo che qui l’impresa privata, garantita dall’articolo 41 della Costituzione, non è libera. Anzi, se ne deve proprio andare. Al suo posto c’è lo Stato. Sennò la decrescita felice come la attuiamo?