Dalle telecamere alle Pec. Dalla trasparenza agli studi legali. Dal Vaffa alle Raccomandate con ricevuta di ritorno. Il M5S è diventato la sua stessa negazione. Giuseppe Conte contro Beppe Grillo, con la maggioranza dei parlamentari schierati contro Grillo, danno (per chi ha memoria) l’idea di un paradosso quasi inverosimile. Della nemesi politica spinta al suo eccesso estremo. Una scissione dei grillini duri e puri a spese dei contiani è nelle cose.
Con Grillo rimangono Virginia Raggi e da fuori, Alessandro Di Battista. Da Napoli, dove Roberto Fico rimarrebbe un po’ nel mezzo, provando a non schierarsi apertamente con l’uno e con l’altro, arriva la notizia che l’ex referente cittadina del Movimento, Portavoce 5S al Comune di Napoli dove è stata a lungo consigliera, Marta Matano, dopo aver espresso qualche riserva sulla gestione di Conte è stata improvvisamente “bloccata”, con credenziali disabilitate e bannata perentoriamente dalle chat del Movimento.
Una sorta di purga 2.0 che qualcuno, nel Movimento, starebbe attuando nei confronti dei dissidenti interni. Lo scambio di lettere al veleno tra Conte e Grillo alimenta le polemiche e avvelena il clima ogni giorno di più.
Nell’ultima missiva del leader al fondatore, la minaccia di rescindere la consulenza è palese: “Queste esternazioni sono del tutto incompatibili con gli obblighi da te specificamente assunti nei confronti del Movimento con riferimento sia alla malleveria sia ai contratti di pubblicità e comunicazione: ciò mi obbliga a valutare possibili iniziative dirette a sospendere l’esecuzione delle prestazioni”. Per tentare di professionalizzare il percorso congressuale, lontano dai tempi della Casaleggio Associati, il M5S ha chiesto assistenza al team di Avventura Urbana. Tra i temi su cui gli iscritti dovranno votare online leggiamo un titolo: “Revisione dello Statuto per discutere dei ruoli del presidente e del garante, il nome e il simbolo del Movimento”. Fine dell’avventura, per qualcuno. In maniera poco urbana.