Il leader del Movimento 5 Stelle
Conte pronto a scendere in piazza a protestare: “Contro la guerra in Ucraina, senza bandiere politiche”
Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha rilasciato un’intervista ad Avvenire. “Mi piacerebbe che i cittadini che vivono con preoccupazione l’escalation militare in corso potessero ritrovarsi a manifestare per invocare una svolta negoziale che ponga fine al conflitto. Credo siano tanti anche tra gli elettori del centrodestra”, ha detto in merito alle ultime notizie dal fronte della guerra in Ucraina. Solo ieri il ministro della Difesa Lorenzo Guerini aveva illustrato i contenuti del quinto decreto interministeriale per la fornitura di armi a Kiev.
La guerra continua a livelli da escalation: si parla puntualmente e ogni giorno di rischio nucleare, la Russia continua a perdere territori conquistati nell’est del Paese, la controffensiva ucraina avanza, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato un decreto che esclude ogni trattativa con il Presidente russo Vladimir Putin. Il Times di Londra ieri ha pubblicato un articolo che citava fonti di intelligence e che annunciava la minaccia di un probabile test atomico di Mosca al confine.
“L’ossessione di una ipotetica vittoria militare sulla Russia, che nel frattempo continua nella sua efferata e ingiustificabile politica di aggressione, non vale il rischio di un’escalation anche con ricorso all’utilizzo di armi nucleari e non convenzionali e di affrontare una severa depressione economica che può ulteriormente schiacciare le nostre economie. Se questa mobilitazione si concretizzerà il Movimento ci sarà, anche senza bandiere”, ha dichiarato Giuseppe Conte nella sua intervista al quotidiano. A poco più di una settimana dalle elezioni politiche il suo M5s risulta essere in forma: avrebbe guadagnato un altro 1,1% rispetto al 15,4% ottenuto alla Camera secondo l’indagine SWG per La7.
L’ex Presidente del Consiglio, alias “avvocato del popolo”, è convinto che l’iniziativa non indebolirebbe la posizione dell’Italia a livello internazionale: “’Pace’ non può essere una parola associata alla debolezza. E le parole di papa Francesco non indeboliscono certo la comunità internazionale. Desta perplessità poi la decisione ultima di Zelensky di bandire la pace con decreto. L’anelito di pace non può in nessun modo minare la statura del nostro Paese. Al contrario, ritengo che questa iniziativa rafforzerebbe il ruolo dell’Italia. Una iniziativa con la società civile consentirebbe all’Italia di ritrovare un protagonismo diplomatico, ovviamente coinvolgendo gli altri partner Ue. Finora l’Europa risulta ‘non pervenuta’: purtroppo appare totalmente appiattita su questa strategia angloamericana, e questo mi preoccupa per gli scenari geopolitici futuri”.
Per salvare la sua credibilità l’Ue dovrebbe “farsi promotrice di una conferenza internazionale di pace, da svolgersi in sede europea sotto l’egida delle Nazioni Unite, con il pieno coinvolgimento del Vaticano”. L’ex premier avverte inoltre sulla situazione energetica e i contrasti a Bruxelles: “Qui si sta distruggendo il tessuto produttivo, ognuno va per conto suo, facendoci competizione tra di noi stiamo contribuendo ad alzare i prezzi del Gnl mentre la Norvegia e gli Usa stanno facendo affari d’oro”. Conte ha assicurato un’opposizione “durissima ma seria” a Giorgia Meloni: “Non andrò in TV a dire che la premier è una ‘pazza criminale’. Non giocherò, come fece lei in pandemia, a dire il contrario – ‘aprite’ quando era il momento di chiudere e ‘chiudete’ quando era il momento di aprire – o ad aizzare le folle dicendo che bisogna distribuire mille euro a ogni famiglia”. Esclusa una fusione con il Partito Democratico.
E sul reddito di cittadinanza, misura principe del M5s e dei governi Conte: “Si sta combattendo con furore ideologico una battaglia contro i poveri. Per combattere me e il Movimento si calpesta la dignità delle persone. La polemica pubblica sta diventando infamante. Paragonano i percettori del Reddito a tossici. Ho letto opinionisti che sostengono che con il Reddito abbiamo portato gli elettori alle urne come fanno i russi con i fucili in Donbass”. Conte non ha tuttavia escluso aperture a una revisione del Reddito. “Non ci faremo schiacciare sulla caricatura del partito dell’assistenzialismo, ma continueremo a strutturarci come una forza politica che è passata definitivamente dalla protesta ad una netta proposta di equità sociale e pace”.
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