“Se fosse confermata la riduzione del 60% delle dosi che verranno distribuite nel primo trimestre significherebbe che in Italia verrebbero consegnate 3,4 milioni di dosi anziché 8 milioni”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte usa Facebook per tracciare la linea dura del governo sulle vaccinazioni e i ritardi di due delle aziende farmaceutiche che hanno firmato con l’Italia e l’Unione Europea per la distribuzione delle dosi, Pfizer-Biontech e AstraZeneca. 

Il premier ha annunciato infatti il ricorso a “tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali, come già stiamo facendo con Pfizer-Biontech, per rivendicare il rispetto degli impegni contrattuali e per proteggere in ogni forma la nostra comunità nazionale”.

L’ultimo problema che rischia di rallentare ulteriormente il piano di vaccinazione messo a punto dall’esecutivo e della struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri riguarda infatti il vaccino di AstraZeneca, che ha confermato il taglio del 60 per cento delle consegne previste per il primo trimestre. 

Conte, come già annunciato nei giorni scorsi da Arcuri, annuncia il ricorso alle vie legali per tutelare gli impegni presi tra governo e case farmaceutiche perché “questi rallentamenti delle consegne costituiscono gravi violazioni contrattuali, che producono danni enormi all’Italia e agli altri Paesi europei, con ricadute dirette sulla vita e la salute dei cittadini e sul nostro tessuto economico-sociale già fortemente provato da un anno di pandemia”. 

LE PRIME DOSI DI ASTRAZENECA – Secondo quanto filtrato dalla riunione con le Regioni, il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri avrebbe chiarito che la prima consegna del vaccino di AstraZeneca, se otterrà il via libera dall’Ema il 29 gennaio, dovrebbe essere fatta il 15 febbraio. Le altre due consegne sarebbero invece previste per il 28 febbraio e il 15 marzo.

IL PROBLEMA DELLE SIRINGHE – Ma il problema in Italia non riguarderebbe solo il ritardo nell’approvvigionamento di vaccini. Alcuni centri vaccinali di diverse Regioni (tra cui Lombardia e Sicilia) hanno denunciato il mancato arrivo delle siringhe di precisione da parte della struttura commissariale per l’emergenza.

“Se avessimo quelle potremmo sempre avere sei dosi per fiala e non 5, così come ha suggerito l’Aifa, e tentare di colmare il gap”, è quanto hanno fatto filtrare tramite l’Ansa. Le siringhe di precisione, secondo quanto riferiscono diversi centri, non sarebbero arrivate questa settimana assieme alle fiale di Pfizer. Le stesse strutture riferiscono che laddove si verifica la carenza si stanno utilizzando “le siringhe per la tubercolina, che non permettono di estrarre sei dosi”.

Una ricostruzione smentita dal commissario Arcuri, che ha sottolineato al contrario che “in questa settimana si è provveduto a distribuire un numero inferiore di siringhe per la banale ragione che Pfizer ci ha inviato un numero inferiore di fiale di vaccino”.

Redazione

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