Contrasto allo spreco alimentare, risorsa preziosa contro la povertà: mercati, progetti ed economia circolare a Torino

In giro per l’Italia sono tanti i progetti realizzati dal Terzo Settore che mirano a contrastare lo spreco alimentare lungo tutta la filiera. Dal campo fino ai mercati rionali lo sforzo principale è quello di intercettare derrate alimentari ancora buone per indirizzarle in attività che provano ad alleviare e mitigare la povertà alimentare. Un esempio concreto di questo impegno è quello dell’associazione Eco dalle Città che nella città di Torino, da quasi dieci anni, ha scelto di contrastare lo spreco di frutta e verdura attraverso l’inclusione sociale e lavorativa di migranti e richiedenti asilo. Un settore, quello dell’ortofrutta, dove contrastare lo spreco è più difficile in quanto la veloce deperibilità dei prodotti costringe gli operatori impegnati nel recupero a una continua corsa contro il tempo per redistribuire questa merce. La prima azione messa in campo dall’associazione è il progetto RePoPP che dal 2016 contrasta quotidianamente lo spreco in otto mercati cittadini.

Infatti, unica tra le grandi città italiane, Torino ha un sistema di oltre trenta mercati rionali attivi tutti i giorni dal lunedì al sabato, con l’inevitabile conseguenza che ogni giorno quintali e quintali di frutta e verdura ancora edibile finiscono tra i rifiuti perché in eccedenza o non più vendibili a causa principalmente di meri fattori estetici. Fiore all’occhiello dei mercati torinesi e del progetto RePoPPè il mercato di Porta Palazzo, il più grande d’Europa, che conta 732 posteggi di cui ben 220 dedicati alla vendita di sola frutta e verdura. In questo mercato tutti i giorni nell’ultima ora di vendita appare un banchetto particolare che, grazie al lavoro di sei migranti richiedenti asilo, si riempie di frutta e verdura recuperata, circa 230 kg al giorno, che tutti i cittadini possono ritirare gratuitamente. Questa postazione è ormai diventata un punto di riferimento al mercato perché le persone possono beneficiare gratuitamente di prodotti buoni e ben selezionati – evitando così la raccolta a terra degli scarti – e anche dal punto di vista relazionale è davvero una occasione preziosa di amicizia e comunità.

I numeri sono impressionanti. Nel 2023, infatti, e nel solo mercato di Porta Palazzo, sono state redistribuite a oltre 1000 persone poco più di 70 tonnellate di ortofrutta. E se a queste si sommano le derrate alimentari recuperate negli altri sette mercati il cibo recuperato tocca quota 156 tonnellate ridistribuite a oltre 2000 persone. In sostanza grazie al progetto RePoPP la città di Torino può vantare una sorta di servizio pubblico che tutti i giorni garantisce gratuitamente cibo dall’alto valore nutrizionale a chi si trova in difficoltà. Le attività di contrasto allo spreco alimentare di Eco dalle Città non si fermano ai soli mercati. Un’altra attività, infatti, nata durante la pandemia Covid (e in concomitanza con la chiusura dei mercati durante il primo lockdown), è la Carovana Salvacibo. L’azione consiste nel risalire la filiera della commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli per intercettare lo spreco tra i grossisti del settore. L’attività si concentra principalmente all’interno del CAAT (Centro Agro Alimentare Torino) e vede gli operatori dell’associazione, sempre migranti richiedenti asilo e questa volta a bordo di un furgone, recuperare le eccedenze tra gli oltre 200 tra grossisti e produttori per poi ridistribuirlo a trentasei realtà del Terzo Settore cittadino che sostengono le famiglie in difficoltà del capoluogo piemontese.

Anche questa attività genera numeri importanti. Nel solo 2023 sono state 130 le tonnellate di frutta e verdura recuperate e distribuite a una platea complessiva di oltre 3000 persone. Un impianto progettuale del genere, che contribuisce al sostentamento di oltre 5000 persone, non può reggersi nel medio-lungo periodo attraverso il solo volontariato. Ad oggi questi progetti hanno consentito la creazione di quattro contratti a tempo indeterminato, due a tempo determinato e sei tirocini che con molta probabilità si trasformeranno in nuovi contratti. Tutti in favore di migranti e richiedenti asilo.

Ma le attività non si limitano al solo recupero. Negli anni si è aggiunta l’attività di trasformazione di queste eccedenze perché, è bene ricordarlo, quelle messe in campo da Eco dalle Città sono attività che si inseriscono a pieno titolo in quella che oggi chiamiamo economia circolare. Una parte dell’ortofrutta recuperata con la Carovana viene trasformata in composte, marmellate, succhi di frutta e conserve grazie a corsi di avviamento al lavoro messi a punto dalle Fonderie Ozanam. Altra attività legata alla economia circolare messa in campo dall’associazione è la Cucina Ecomora che consiste nel trasformare – all’interno delle cucine del Mercato Centrale di Torino – parte del cibo recuperato a Porta Palazzo in pasti distribuiti a dormitori e senza fissa dimora. A prepararli sono gli stessi migranti che, debitamente formati e in possesso di tutti i requisiti (come ad esempio l’haccp), preparano ogni settimana circa 300 pasti. Insomma, le attività di questa associazione dimostrano che la lotta e il contrasto allo spreco alimentare possono essere una preziosa risorsa per contrastare la povertà alimentare, i cambiamenti climatici e dare una forte spinta all’inclusione sociale.