Coprifuoco sia: per scongiurare o per anticipare un nuovo lockdown. Alcuni la commentano come una misura inevitabile, altri come una decisione liberticida. Che direzione stia prendendo l’Italia si capirà soltanto con il tempo e con l’evoluzione della pandemia da coronavirus. Ieri i nuovi positivi sono stati oltre 15mila, oltre 155mila contagiati al momento in tutto il Paese, per un totale di 449.648 positivi e 36.832 morti dall’inizio dell’emergenza. I dati quotidiani del bollettino diffuso dal ministero della Salute e dalla Protezione Civile confermano una crescita costante dei contagi. E quindi si corre ai ripari: la Lombardia da oggi, la Campania da domani, il Lazio si aggiungerà dopo – le tre Regioni più popolose d’Italia – attueranno il coprifuoco.
Da dove viene però questo termine, da dove viene il “coprifuoco”? Di solito è legato alla guerra. Al limite ai regimi autoritari. Oggi, scrive le Figaro, si preferisce in molti casi usare il termine “reclusione notturna”, di certo non più ottimista, sicuramente meno aggressiva. Fatto sta che, per esempio, il Presidente Francese Emmanuel Macron aveva avvisato – era la prima ondata – che con il coronavirus “nous sommes en guerre”. E il 15 ottobre, ormai seconda ondata, ha proclamato il coprifuoco, dopo la preoccupante impennata di contagi nelle ultime settimane, nell’Ile-de-France e nelle otto metropoli Lille, Grenoble, Lyon, Aix-Marseille, Montpellier, Rouen, Toulouse e Saint-Etienne.
LA STORIA – È proprio in Francia che è nato il coprifuoco, nel XIII secolo. Era una misura adottata per prevenire gli incendi, soffocando il fuoco sotto la cenere o coprendolo con una lastra di ghisa. Si viveva, all’epoca, in case altamente infiammabili, di legno soprattutto. Il rintocco di una campana segnalava, in città e nei villaggi, che era l’ora di spegnere le fiamme, per prevenire incendi che avevano causato tragedie e devastazioni enormi. Il couvre-feu era quindi una misura molto diversa da come intesa attualmente, ma “l’idea che consiste nel prendere una misura liberticida per prevenire il diffondersi di una situazione pericolosa (incendio, virus, violenza), è rimasta”, scrive le Monde. Fu il duca di Normandia Guglielmo il Conquistatore a evolvere il termine. Dopo la sua incoronazione a re d’Inghilterra nel 1066 istituì il coprifuoco per sedare qualsiasi ribellione. L’espressione inglese “cur-few” viene infatti anch’essa dal francese.
NEI SECOLI – La Francia ha intrattenuto un legame piuttosto stretto con la misura, e non solo in termini etimologici. Durante la Seconda Guerra Mondiale venne imposto sia dagli occupanti tedeschi per impedire le azioni della Resistenza che dalla popolazione in “difesa passiva”, come scrive Le Monde, per proteggere i civili dai bombardamenti alleati. Quello più severo venne imposto nel febbraio 1942: obbligo di restare in casa dalle 20:00 alle 6:00.
Il coprifuoco venne instaurato anche in Algeria dal 3 aprile 1955, durante la guerra, a causa degli attentati del Fronte di Liberazione Nazionale (FLN). L’ordinanza venne adotta anche a Parigi, nell’ottobre 1961, ma solo nei confronti dei “francesi musulmani d’Algeria”, sospettati di essere dei combattenti indipendentisti. Decine di migliaia di algerini manifestarono pacificamente contro la misura il 17 ottobre. La protesta venne repressa con la violenza: più di un centinaio di algerini vennero uccisi e alcuni corpi furono ritrovati nella Senna.
Nel 2005 il coprifuoco interessò 25 departmants di Parigi: lo stato di urgenza era stato proclamato dopo l’esplosione delle proteste nelle banlieues per la morte di Zyed Benna e Bouna Traoré, 17 e 15 anni. I due furono fulminati da un trasformatore all’interno di una cabina elettrica. Secondo ricostruzioni giornalistiche erano inseguiti dalla polizia. L’orario andava dalle 22:00 alle 5:00. Dopo gli attentati islamisti di Parigi e Saint-Denis, nel 2015, il Presidente François Hollande proclamò lo stato di emergenza su tutto il territorio francese, con la possibilità per i prefetti di instaurare il coprifuoco.
IN ITALIA – L’ultima volta che la misura è stata disposta in Italia era il luglio 1943. “Il ministro Badoglio succeduto a Mussolini ha indetto per l’Italia lo stato d’assedio con la legge del coprifuoco. In tutte le città viene creato il Commissariato Militare”, scrivevano i giornali. La Seconda Guerra Mondiale era ancora in corso. Il fascismo era caduto: il Gran Consiglio Nazionale del Fascismo aveva votato la decadenza del duce e dittatore Benito Mussolini. Dalle 20:00 alle 6:00 si doveva restare chiusi in casa. Le norme cambiarono più volte fino al 1944. L’8 settembre 1943 l’Italia firmò l’armistizio con gli Alleati.
Una sorta di lockdown, non ufficialmente dichiarato, fu causato nel 1973 a causa della crisi energetica del 1973, quando i Paesi Arabi aumentarono drasticamente il prezzo del petrolio. L’Italia era nel pieno degli Anni di Piombo. La crisi impose quindi di risparmiare e il governo varò un programma definito “austerity”. Venne anticipata la chiusura di cinema e ristoranti e ridotta l’illuminazione notturna.