Il lavoro del coordinamento territoriale e l'indifferenza del Comune
Coronavirus, allarme solidarietà a Scampia: “Ora aiutiamo anche chi prima donava ma non reggeremo a lungo”
Scampia è il quartiere di Napoli con il più alto tasso di disoccupazione, una situazione di disagio economico e sociale peggiorata dalla pandemia e che ha portato molte persone a non riuscire a provvedere ai propri bisogni.
Dal primo lockdown le associazioni del territorio si sono unito nel Coordinamento Territoriale per Scampia, con l’intento di aiutare chi si trovasse in difficoltà. Sono circa mille le famiglie aiutate da marzo scorso, ma le associazioni lanciano l’allarme, “Le richieste stanno aumentando – racconta Giuseppe Mancini, responsabile della comunicazione – oggi ci ritroviamo ad aiutare anche chi, nel primo lockdown, aveva donato. Ci troviamo davanti a nuovi poveri, che si aggiungono a quelli precedenti”.
Il Coordinamento, con il contributo di tutte le associazioni del quartiere, oggi provvede ad aiutare, in maniera stabile, 100 famiglie, 40 grazie al banco alimentare, a cui si accede tramite Isee, e altre 60 grazie alle donazioni spontanee.
“Molte famiglie non avrebbero mangiato senza l’aiuto del Coordinamento – afferma Pino dell’Associazione I.Ra.De.Mu – Abbiamo fatto tanto ma non è abbastanza”. Anche Cinzia ci spiega come le difficoltà delle famiglie siano aumentate: “Da soli non potremo reggere a lungo. Già nel primo lockdown non sono arrivati aiuti diretti, ad esempio dal Comune, stiamo andando avanti solo con le nostre forze, ma c’è la necessità di fare molto di più”.
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Nei giorni scorsi, il Coordinamento Territoriale Scampia ha richiesto un incontro – in parte virtuale e in parte in presenza – perché siamo venuti a conoscenza anche se con un po’ di ritardo che è stata aggiudicata la gara d’appalto riguardante la procedura di rimozione dei rifiuti che attualmente si trovano sull’area ex campo nomadi, ovvero l’area interessata dal famoso incendio del 2017 dell’area di Cupa Perillo a Scampia.
Alla riunione, avvenuta domenica 20 dicembre, ha partecipato l’assessore all’ambiente del comune di Napoli, Raffaele del Giudice oltre a diverse associazioni del territorio, l’avvocato Nicola Nardella, Comitato lotto P e i consiglieri municipali Claudio di Pietro e Lucio Acciavatti.
È stato un lungo scambio di opinioni con l’assessore che ha sottolineato tre date importanti che hanno portato al raggiungimento dell’obiettivo, ovvero aggiudicare la gara di appalto e partire con la bonifica della zona.
Le date sono:
-Il 14 Febbraio 2020 Invitalia trasmette al gruppo regionale la documentazione relativa alla gara per la realizzazione dell’intervento.
-Il 14 Ottobre 2020 è stato firmato il contratto di appalto per la rimozione dei rifiuti.
-Il 20 Ottobre 2020 viene fatto il primo sopralluogo con la ditta aggiudicataria per procedere all’avvio delle attività.
Ad oggi sono state terminate anche tutte le attività preliminari ed è stato approvato dall’Arpac il piano di lavoro ed a giorni, probabilmente dopo le feste natalizie, inizierà anche con la rimozione dei rifiuti combusti. Mentre per gli altri tipi di rifiuti, il comune di Napoli già dall’anno scorso aveva previsto ogni 15 giorni interventi per la rimozione di ingombranti per impedire che i rifiuti andassero a fuoco.
L’Assessore Del Giudice ha anche chiesto personalmente di istituire un presidio militare dinamico e non statico come invece è attualmente e anche un rafforzamento delle forze dell’ordine nell’area interessata, che si spera si possa avere dopo le festività natalizie.
Nel corso della riunione il Coordinamento Territoriale Scampia ha chiesto e ottenuto dall’assessore Del Giudice di partecipare come fronte popolare anche nella fase di analisi dei progetti per avere l’opportunità di conoscere da vicino le fasi di sviluppo, una sorta di controllo popolare su tutto quella che sarà la procedura delle attività.
“A margine di ogni intervento abbiamo sempre tentato di dare una cornice politica territoriale ribadendo quello che pensiamo possano diventare delle proposte subito attuabili – si legge in una nota del Coordinamento -. Dunque come coordinamento pensiamo che sono necessarie le rimozioni dei rifiuti sull’area interessata dall’incendio, vanno bene le azioni messe in campo da Asia con una cadenza quindicinale di rimozione degli ingombranti, però ovviamente, bisogna migliorare il processo in tutte le sue parti, se è vero come è vero che continuano ad esserci problemi di condizioni igienico sanitarie che diventano un rischio per gli stessi abitanti del campo.
Pertanto sugli sversamenti di rifiuti gettati nell’immediate adiacenze abbiamo chiesto lumi sui progetti riguardanti le telecamere – che fine hanno fatto i finanziamenti fissati inizialmente?
Noi abitanti di Scampia comprendiamo i problemi che ci sono stati e che potrebbero esserci ma questa situazione non può più persistere; auspichiamo da cittadini, che vada sempre più avanti un’ interlocuzione costruttiva tra le varie istituzioni a tutti i livelli. A tal proposito è giusto ribadire che non siamo mai stati e non saremo quelli che prenderanno parte a questa divisione tra tifoserie di parte, ci siamo stancati anche di ascoltare questo continuo battibecco tra il presidente della regione e il sindaco di Napoli.
Al di là degli schieramenti politici, i colori e le ideologie, in piena pandemia ci siamo messi in gioco e abbiamo fatto rete con le varie realtà del territorio e abbiamo cercato di essere accanto alle istituzioni, ma ci siamo ripromessi che in un secondo momento ci saremmo seduti a dei tavoli istituzionali non solo per avanzare richieste ma anche per dare suggerimenti e proposte per le risoluzioni dei problemi, certamente in controtendenza alla politica locale di questo territorio che quando sentono odore di notizie utili allo scoop individuale tentano di fare da prime donne per calde il cappello, anche a risoluzione delle questioni già avvenuta, come in questo caso.
Questa politica becera negli atteggiamenti non piace ed è per questo che adesso vogliamo lanciare un messaggio forte è chiaro:
Scampia si è unita, in questo momento il coordinamento non parteciperà a dibattiti inutili organizzati dalla politica locale, ma pretenderá e lo fará in ogni modo che questi problemi annosi siano risolti.
Lavoriamo per le nuove generazioni e loro hanno bisogno anche di poter cambiare il racconto di questo territorio, e sia chiaro: questa volta chi viene a dialogare su questo territorio non troverà più voci isolate ma l’unione di più realtà che ormai hanno la consapevolezza che siamo arrivati al punto di dover risolvere i problemi.
Lo faremo con la massima condivisione possibile contrastando con ogni mezzo le condizioni d’eccezione ataviche e sulle quelli molti costruiscono le fortune personali”.
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