Italiani bloccati in Cina, rimpatri fermi
Coronavirus, 28enne cinese in isolamento a Napoli ma “basta allarmismi”

Un giovane di 28 anni è ricoverato a Napoli con sospetti sintomi di Coronavirus. L’uomo, originario della provincia di Hubei in Cina, è stato trasportato inizialmente al pronto soccorso dell’ospedale dei Pellegrini con febbre alta e difficoltà respiratorie. Successivamente i medici hanno disposto il trasferito all’ospedale Cotugno, specializzato in malattie infettive, dove è stato già attivato il protocollo per i casi di emergenza da coronavirus.
Il 28enne accusava malesseri da circa una settimana e le sue condizioni sono costantemente monitorate dai medici. Fresco sposo, l’uomo si trovava in città con la moglie per il viaggio di nozze. Alloggiava in un B&B del centro storico. “Il nostro ospedale è il più importante del Sud per le malattie infettive – ha detto Maurizio Di Mauro, direttore generale della struttura ospedaliera – siamo pienamente in grado di gestire la situazione anche da soli. Abbiamo due stanze di isolamento e siamo assolutamente pronti ad affrontare qualsiasi emergenza. Siamo un pronto soccorso attivo 24 ore al giorno e ci sono tante persone che chiedono informazioni. L’utilizzo della mascherina? E’ eccessivo. Bisognerebbe entrare in contatto con una persona contagiata per circa 14 giorni per far si che il virus si diffonda. Parliamo di un virus per cui non esiste un vaccino, per questo c’è la possibilità anche di decesso”.
“NO ALLARMISMI” – Intanto il presidente della regione Vincenzo De Luca ha convocato tutti i direttori generali delle Asl e degli ospedali. L’incontro si è svolto a Palazzo Santa Lucia. Dalla riunione, convocata dal Presidente Vincenzo De Luca, è emersa la necessità di invitare i nostri concittadini ad evitare allarmismi e ad attenersi alle sole informazioni che saranno fornite dal livello regionale con continuità, per evitare la diffusione di notizie prive di fondamento. Dalla riunione è emersa innanzitutto una prima necessità: evitare di confondere ogni sintomo con la presenza conclamata del coronavirus. La fotografia della situazione in Campania ad oggi è la seguente: delle tre persone ricoverate al Cotugno, due non risultano contagiate; per la terza vi è un accertamento in corso che si concluderà nella giornata di domani. Si chiarisce che la presenza del virus richiede tutta una serie di condizioni, tra cui la provenienza dall’area cinese interessata a cui si uniscono sintomi gravi. Per dare serenità ai nostri concittadini, si comunica che è stata costituita una task force coordinata dal Cotugno, che rimane l’ospedale di riferimento per casi rilevanti e non banali. In ogni Asl e negli ospedali sono attive strutture in grado di verificare le condizioni reali del paziente. Si invita la popolazione a incrementare le vaccinazioni antinfluenzali soprattutto in questo periodo in cui si rischia di determinare un allarme ingiustificato con affluenza immotivata e inutile nei Pronto Soccorso. Ogni informazione sarà canalizzata a livello regionale e si invitano i cittadini ad attenersi a queste sole informazioni, d’intesa e in stretta collaborazione con il Ministero della Salute.
A Radio Crc il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva, ha fatto il punto della situazione: “Oggi viviamo in un mondo globalizzato, in cui la diffusione deve essere temuta. È partita una macchina organizzativa importante, che vede dei protocolli ben organizzati in tutto il mondo. Il Ministero della Salute – ha aggiunto Verdoliva – ha trasmesso una circolare. L’Asl Napoli 1 Centro ha individuato i dispositivi in generale, ha trasmesso ai dipendenti delle linee guida per l’accettazione dei pazienti e, con il 118, ha messo in campo dei protocolli, perché anche in prima linea è importante dire ai nostri dipendenti come comportarsi, onde evitare il contagio. Psicosi? Questi sono momenti molto delicati per chi ha delle patologie di base che, sommate ad una semplice influenza, possono dare dei problemi. Una bronchite, una polmonite, che possono essere una complicazione di un’influenza, fanno venire il dubbio ‘e se fosse il Coronavirus?’ “.
Nei giorni scorsi si sono verificati già altri casi sospetti in Italia poi rientrati dalle successive verifiche dei medici. Anche a Napoli una donna di 63 anni, originaria dello Sri Lanka, è stata ricoverata al Cotugno e sottoposta a isolamento: le analisi effettuate hanno poi escluso il contagio del virus cinese.
I RITARDI NEI RIMPATRI DEGLI ITALIANI A WUHAN – Il ponte aereo per i cittadini italiani che si trovano a Wuhan, epicentro del coronavirus cinese che ha già provato oltre 100 morti, “è complesso, implica l’autorizzazione delle autorità cinese”. Ad ammettere le difficoltà in cui sta incappando il ministero degli Esteri è stato Stefano Verrecchia, capo dell’Unità di Crisi della Farnesina, durante la puntata di Unomattina su Rai Uno.
Verrecchia ha spiegato che la Farnesina è sempre stata in contatto con gli italiani a Wuhan, “che sono all’incirca una settantina e in buona condizione di salute. Il nostro contatto è continuo. Abbiamo ipotizzato inizialmente un trasferimento via terra, ma implica quarantene piuttosto complicate, sia in uscita che in entrata. Ora stiamo valutando insieme ad altri soggetti, tra cui l’ospedale Spallanzani, il centro interforze, il ministero della Sanità, un trasferimento aereo”.
La comunità italiana a Wuhan, ha spiegato Verrecchia, è composta da “studenti, imprenditori e anche famiglie. Considerando la situazione hanno una grossa pressione sui di loro, ma direi che sono in una buona condizione. Ci chiedono e si aspettano un’azione”.
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