Coronavirus, focolaio Italia: sale a 17 il numero dei contagiati, coinvolti anche 5 medici

Non solo il 38enne di Castiglione d’Adda. Sono saliti a 15 i casi positivi di Coronavirus in Lombardia. A questi si devono aggiungere gli altri 2 casi in Veneto, in attesa dei risultati definitivi dei test. Stando a quanto riferisce Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, “sono già state individuate strutture per l’isolamento”. Una dovrebbe essere a Milano, l’altra a Piacenza.
LOMBARDIA – Nuovi contagi oltre alla moglie dell’uomo, ricoverato da stanotte all’ospedale di Codogno in terapia intensiva, e di una terza persona, amico dell’uomo (nelle scorse sera hanno giocato a calcetto insieme) e figlio del titolare di un bar. A questi si aggiungono tre avventori, tutti anziani, dell’attività commerciale e altre otto persone, fra cui 5 tra medici e infermieri dell’ospedale di Codogno dove erano stati ricoverati i primi risultati contagiati.
La moglie del primo contagiato, insegnante in maternità (è all’ottavo mese di gravidanza), è stata messa in quarantena all’ospedale Sacco di Milano. Successivamente sono emersi altri tre casi “fortemente sospetti” di persone che si sono spontaneamente all’ospedale di Codogno con una polmonite, si sta cercando quindi di capire se vi siano stati contatti con i primi tre casi.

Proprio il 38enne, il primo ad essere risultato contagiato dal virus, è quello in condizioni più serie: è attualmente ricoverato in prognosi riservata, con insufficienza respiratoria e le sue condizioni sono ritenute molto gravi. L’uomo non è stato di recente in Cina, ma ha incontrato l’amico in più occasioni dopo il ritorno di quest’ultimo dal paese asiatico dello scorso 21 gennaio.

Il 15esimo paziente lombardo sarebbe una persona della zona lodigiana, della quale sono ancora da ricostruire gli eventuali collegamenti con gli altri contagiati.

VENETO – Sono stati trasferiti dall’ospedale di Schiavonia e ricoverati in quello di Padova i due pazienti risultati positivi in Veneto ai primi test sul Coronavirus. Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia. “Queste due persone – ha aggiunto – hanno avuto contatti in loco, non sono andate in Cina, non sono il classico ‘caso sospettò. Lavoriamo anche sul fronte dell’eventuale necessità di una struttura dedicata a eventuali contagiati, perché non sappiamo qual è l’entità del contagio”.  “La procedura – ha spiegato il presidente del veneto – andrà a pescare tutte le persone che hanno avuto un contatto, i cittadini che sono stati curati per normali patologie, sono state applicate tutte le direttive dell’Oms”.

IL MINISTRO: SISTEMA SANITARIO ECCELLENTE – “L’Italia è pronta, avevamo preparato un piano perché era evidente che quanto accaduto poteva accadere. Ora si tratta di attuare il piano predisposto. L’Italia il Paese d’Europa con maggiore soglia d’attenzione. Credo che ci siano tutte le condizioni, con il nostro servizio sanitario efficiente, per affrontare al meglio l’emergenza”. Così il ministro della Salute Roberto Speranza in conferenza stampa a Milano.  “L’Italia ha le carte in regola” per affrontare i contagi da nuovo coronavirus. “Ha un sistema sanitario eccellente e le misure messe in campo sono molto forti. Ci sono le condizioni per gestire al meglio la situazione dentro a una sinergia istituzionale”, ha aggiunto il ministro della Salute Roberto Speranza.

STOP IMPRESE E SCUOLE – “E’ pronta un’ordinanza che metterà in campo iniziative immediate per circoscrivere l’area dove si è sviluppato questo cluster. Un piano che ha chiaramente delle immediate scelte, che riguardano il territorio che è stato circoscritto, perché l’obiettivo essenziale è quello di circoscrivere quest’area”. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza in conferenza stampa a Milano. L’ordinanza prevede nell’area in questione la sospensione delle attività lavorative delle imprese e delle attività scolastiche e ludiche.

LE MISURE DI QUARANTENA – L’uomo in terapia intensiva lavora all’Unilever di Casalpusterlengo, dove il personale sanitario è già intervenuto per fare i tamponi ai colleghi. I medici stanno procedendo anche per la quarantena per circa 70 persone tra familiari e ai medici ed infermieri che sono entrati in contatto con lui: il 38enne si è presentato giovedì in ospedale ed è passato dal Pronto soccorso al reparto di Medicina fino alla Terapia intensiva. Proprio gli accessi al Pronto soccorso sono stati interrotti a livello cautelativo.

Al momento sono circa 250 le persone già poste in isolamento e su ognuno di loro verrà effettuato il test per escludere la positività al coronavirus.

L’ASSESSORE REGIONALE: “ALTRI 3 CASI SOSPETTI” – Oltre ai casi confermati di coronavirus in Lombardia ci sono altri tre casi sospetti. Lo ha confermato l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, in conferenza stampa a Milano sul coronavirus. “Si tratta di 3 persone che si sono presentate spontaneamente all’ospedale di Codogno con una polmonite – ha spiegato – Stiamo cercando di capire se ci sono stati contatti con uno dei tre casi confermati sopra elencati. Sappiamo dove abitano ma stiamo facendo indagini per capire i loro contatti”.

Le loro condizioni sono gravi e, pur non essendo casi di contagio confermati, sono fortemente sospette. “Stiamo indagando,sono 3 persone che si sono presentate con quadro clinico di polmonite all’ospedale di Codogno, stiamo cercando di capire se ci sono stati contatti con i primi 3 casi”, ha aggiunto la dottoressa Maria Gramegna, dirigente dell’assessorato al Welfare, che ha parlato di sintomi “importanti di polmonite”.

IL ‘PAZIENTE ZERO’ NEGATIVO AL TEST- L’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera ha spiegato in conferenza stampa che il manager rientrato dalla Cina, con cui il 38enne ricoverato a Codogno ha cenato più volte, “è negativo” al nuovo coronavirus. “A un certo punto il virus viene eliminato e il test potrebbe non rilevarlo più”, ha precisato l’assessore spiegando quindi che le indagini proseguono. Anche per questo il materiale biologico è stato “inviato all’Istituto superiore della sanità per la ricerca degli anticorpi”.

L’ALLARME DI BURIONI – Sul caso è intervenuto anche il noto immunologo Roberto Burioni. “Le ultime notizie mi portano a ripetere per l’ennesima volta l’unica cosa importante. Chi torna dalla Cina deve stare in quarantena. Senza eccezioni”, scrive Burioni su Facebook. “Spero che i politici lo capiscano perché le conseguenze di un errore sarebbero irreparabili” ha aggiunto.

FINE QUARANTENA ALLA CECCHIGNOLA – Finita intanto la quarantena per i 55 italiani rientrati da Wuhan lo scorso 3 febbraio e tenuti in isolamento alla Cecchignola, In 19 hanno lasciato nella serata di giovedì il centro dell’esercito a Roma per tornare a casa dalle proprie famiglie, gli altri ripartiranno questa mattina. Tutti sono risultati negativi al test per il coronavirus.

Slitta intanto il rientro dei connazionali che si trovavano a bordo della Princess Diamond, bloccata al porto di Yokohama, l’aereo miliare che è andato a riprenderli in Giappone partirà oggi, ha spiegato il ministro della Salute Speranza. Al momento tutti gli italiani risultano negativi, salvo il caso già noto di un passeggero. Anche loro verranno messi in quarantena per 14 giorni alla Cecchignola.