Un ‘buco’ di 1390 decessi nel monitoraggio del Ministero della Salute sull’epidemia di Coronavirus in Italia. È l’omissione che emerge mettendo a confronto le tabelle del report settimanale con quelle diramate dalla Protezione civile.

I decessi segnalati dal ministero guidato da Roberto Speranza al 21 maggio sono infatti 31.096, nel bollettino diramato dalla Protezione civile relativa alla stessa data il numero dei morti è invece di 32.486.

Com’è possibile un tale errore? Come riporta il Corriere della Sera, i dati diffusi dal ministero della Salute sono elaborati sulla base di 21 punti grazie a due algoritmi, dati trasmessi dalle Regioni e infine assemblati dai tecnici ministeriali, con ogni singola regione che ha il compito di comunicare numero di malati, tamponi effettuati, positivi asintomatici, posti in terapia intensiva. Il dubbio a questo punto è che vi siano Regioni che hanno comunicato un numero inferiore di vittime, o che vi sia stato un errore legato alla trasmissione degli stessi dati o alla loro elaborazione.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità “i morti riportati nel bollettino settimanale sono basati sul flusso sorveglianza integrata covid-19 dell’ISS. Questo raccoglie per ciascuna persona diagnosticata con covid-19 varie informazioni tra cui la data di decesso. Tali informazioni individuali hanno un ritardo rispetto a quelle comunicate tempestivamente alla protezione civile. I dati del bollettino di ieri inoltre riferivano ai dati estratti giovedì 21 e ricevuti mercoledì. La differenza è quindi attesa ed in linea tra i due sistemi di raccolta dati”.

Un interrogativo da risolvere al più presto perché proprio sulla base del monitoraggio il governo assegna una valutazione di rischio alle regioni, e su queste valutazioni ha deciso di prendere le prossime scelte, a partire dalla libertà di movimento tra regioni o l’eventuale chiusura di zone rosse.

 

 

 

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