L'emergenza in Europa
Coronavirus, in Svizzera finiti i posti in terapia intensiva: a Berlino cannoni ad acqua contro i manifestanti anti-lockdown
La situazione legata alla pandemia di Coronavirus in Europa si fa sempre più delicata. Oggi la Società Svizzera di medicina intensiva (Ssmi), con una nota diffusa tramite il suo sito web, ha comunicato che i 876 posti letto in terapia intensiva “certificati e riconosciuti” dalla società, che che normalmente sono disponibili in Svizzera per il trattamento degli adulti, “sono praticamente tutti occupati”.
Le unità di terapia intensiva svizzere sono al limite della loro capacità ordinaria, ma stanno facendo del loro meglio per far fronte a un afflusso di pazienti ancora più massiccio di quello della prima ondata di Covid-19 e per continuare a curare tutti pazienti in condizioni critiche, sottolinea il comunicato
“E’ molto importante contenere la pandemia e rinviare gli interventi e le cure non urgenti in tutta la Svizzera per evitare un calo della qualità della terapia intensiva“, prosegue la Ssmi, che fa sapere di essere in contatto con le unità, le autorità nazionali e le diverse organizzazioni sanitarie. Nei giorni recenti vari pazienti in condizioni critiche hanno dovuto essere trasferiti in altre zone del Paese, per poter essere ricoverate. La Ssmi esorta anche le persone, soprattutto quelle a rischio di infezione grave, a produrre documenti in cui esprimere la propria volontà in materia di rianimazione e prolungamento della vita in caso di malattia grave.
Switzerland has reached capacity in its intensive care wards. A national medical association urged people who are especially vulnerable to the coronavirus to consider writing a living will, specifying whether they would want to be put on life support. https://t.co/eu0dChVohs
— The New York Times (@nytimes) November 17, 2020
CAOS IN GERMANIA – Non va meglio in Germania. Se dal punto di vista sanitario nel Paese guidato dalla cancelliera Angela Merkel i numeri sono ancora sotto controllo, è l’ordine pubblico quello che rischia di sfuggire al controllo. La polizia tedesca oggi ha dovuto utilizzare i cannoni ad acqua contro i dimostranti che a Berlino protestano contro le restrizioni imposte per contrastare la diffusione del coronavirus.
La folla aveva ignorato le richieste delle forze dell’ordine di indossare mascherine e rispettare il distanziamento fisico, per rispetto delle regole in vigore. Mentre i getti d’acqua erano indirizzati sui dimostranti vicino alla porta di Brandeburgo, agenti in assetto antisommossa hanno prelevato alcuni manifestanti. Tra questi, alcuni avevano sparato fuochi d’artificio e bengala.
#NewsAlert: Peaceful anti-Coronavirus lockdown protests in #Berlin in #Germany, are being sprayed with water on them, with a water cannon of the riot police. pic.twitter.com/kFzPKCeRuS
— Sotiri Dimpinoudis (@Sotiridi1) November 18, 2020
Contro la manifestazione si è espresso il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, che ha reagito in particolare alle accuse dei manifestanti alle restrizioni legate alla pandemia, paragonate al Decreto dei pieni poteri del 1993 che consentì ai nazisti di approvare leggi senza approvazione parlamentare.
“Chiunque, naturalmente, ha diritto di criticare le misure, la nostra democrazia fiorisce nello scambio di opinioni diverse. Ma chiunque relativizzi o banalizzi l’Olocausto non ha imparato nulla dalla nostra storia”, ha scritto Maas su Twitter. “Chiunque faccia paragoni così infami si prende gioco delle vittime del nazionalsocialismo e mostra che non ha imparato nulla dalla storia”, ha aggiunto.
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