Contro la disoccupazione uno scudo comune a livello europeo. Si chiara ‘Sure‘ (acronimo di Support to mitigate unemployment risks in emergency) e servirà per pagare i lavoratori che potrebbero essere licenziati da quelle aziende che si ritrovano senza più ordini per shock esterni, leggi ‘coronavirus’. Le imprese continueranno ad impiegarli anche se ci sarà meno lavoro, assicura la presidente della Commissione Ue, Ursula Von Der Leyen, illustrando lo schema al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in una telefonata.

Presentando il programma di aiuti, la Von Der Leyen ha spiegato che “servono solo le risposte più forti: dobbiamo usare ogni mezzo a nostra disposizione. Ogni euro disponibile nel bilancio dell’UE verrà reindirizzato per affrontare la crisi, ogni norma sarà facilitata per consentire ai finanziamenti di fluire rapidamente ed efficacemente”.

Sure quindi riuscirà a mobilitare “100 miliardi per mantenere le persone nei loro posti di lavoro e sostenere le imprese. Stiamo unendo le forze con gli Stati membri per salvare vite umane e proteggere i mezzi di sussistenza. Questa è solidarietà europea”, ha detto la presidente della Commissione Ue.

IL CASO CORONABOND – Ben diversa, invece, è la questione dei coronabond, che potrebbero essere discussi (o definitivamente archiviati) all’Eurogruppo in programma per martedì prossimo. Il premier Giuseppe Conte, in una intervista a ‘Die Zeit, ribadisce che servono “ulteriori misure a supporto dei nostri sforzi fiscali”, per “dare un significato più profondo al mercato comune e abbattere i muri, non costruirli”.

Durante la riunione del Consiglio Ue della scorsa settimana, la cancelliera tedeca Angela Merkel aveva però ribadito la sua contrarietà ai coronabond. Il leader dell’Spd Walter Borjans, però, non è d’accordo, e spinge verso i titoli comuni “non solo per la solidarietà europea, ma anche per gli interessi nazionali”. In realtà ,però, questo strumento ha bisogno di tempo per essere messo in campo. Quindi il leader dei socialdemocratici, alleato di Merkel al governo, propone di accedere al Mes, cioé proprio il Fondo Salva Stati di cui l’Italia non vuole sentir parlare.

Lo stesso presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, sostiene che la soluzione potrebbe passare per il Fondo Salva Stati, creando un apposito meccanismo senza condizionalità. Insomma, pur se dubbiosa, Merkel potrebbe forse essere convinta a dare il via libero ad uno strumento comunitario il più possibile limitato sull’emergenza, per rafforzare i sistemi sanitari e le misure sociali più urgenti, senza dover scomodare quella Troika che farebbe infuriare la politica nostrana.

In conferenza stampa da Palazzo Chigi, lo stesso Conte ribadisce che il Fondo Salva Stato è uno strumento “assolutamente inadeguato”, perché concepito quando un singolo Paese viene colpito da uno shock finanziario. “Ai leader europei ho detto di non mi riproporre questo Mes”, ma “nell’ambito di un ampio ventaglio di interventi, senza condizionalita’ preventive o successive, puo’ essere uno strumento fra gli altri che ci offriranno la possibilita’ di mettere in piedi una strategia europea”.

E il ministro Roberto Gualtieri al question time alla Camera, parla di “primo passo” della “proposta della Commissione europea di emettere titoli comuni per sostenere i sussidi di disoccupazione degli Stati membri, innovazione che l’Italia ha sostenuto da tempo”. Ora il Governo “è al lavoro su una proposta concreta di emissione comune di titoli”.

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