Numeri paurosi: indice Rt schizzato a 1,7
Coronavirus, l’ISS ‘chiama’ il lockdown: “Rischio elevato in 11 regioni, restare a casa”

I numeri del Coronavirus in Italia fanno paura. A dirlo chiaramente è l’ultimo report diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità sull’andamento del contagio nel Paese. Nel periodo 19-25 ottobre infatti l’indice di trasmissibilità Rt calcolato sui casi sintomatici di coronavirus è pari a 1,70, con undici regioni classificate a rischio elevato (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto) di una trasmissione non controllata del virus.
Altre otto regioni sono classificate a rischio moderato con elevata possibilità di progredire a rischio alto nel prossimo mese: Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise, Umbria e nelle Province autonome di Bolzano e Trento. Ma il presidente dell’ISS Brusaferro ha anche confermato che la situazione nazionale “è compatibile con lo scenario 3 verso lo scenario 4”, con alcuni “contesti regionali in cui è importante fare una valutazione di intervento urgente e mirato”.
“L’epidemia sta correndo in tutti i Paesi europei. In Italia il dato è in crescita in tutte le Regioni. Lo scenario 4 è stato raggiunto in alcune Regioni, la situazione è grave e si traduce in una estrema difficoltà di tracciamento”, ha spiegato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro nel corso di un incontro con la stampa per illustrare l’andamento della pandemia in Italia.
Per la prima volta inoltre una regione, la Val d’Aosta, ha superato la soglia critica dell’occupazione in aree mediche, che è del 40%, arrivando al 50%. Ci sono poi 15 regioni che superano le soglie critiche di terapia intensiva e aree mediche nel prossimo mese. Complessivamente infatti “il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è salito da 750 (18/10) a 1.208 (25/10); mentre il numero di persone ricoverate in aree mediche è passato da 7.131 (18/10) a 12.006 (25/10)”.
RESTARE CASA ED EVITARE CONTATTI – Nell’analisi presente nel report dell’ISS, gli esperti definiscono la situazione in Italia “complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale, con criticità in numerose regioni/province autonome italiane”, appellandosi ad evitare “tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie” e chiedendo di “rimanere a casa il più possibile”.
La gravità della situazione viene sottolineata anche nel passaggio in cui si evidenzia la necessità di “misure che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni nelle attività non essenziali e restrizioni della mobilità, nonché l’attuazione delle altre misure già previste nel documento ‘Prevenzione e risposta a Covid-19”, lì dove è presente l’ormai nota strategia basata sui quattro scenari.
TRACCIAMENTO E ‘BACCHETTA MAGICA’ – Nel corso del punto stampa Brusaferro ha sottolineato quindi che “non c’è una bacchetta magica ma un monitoraggio stretto, continuo, che permette di confezionare la ricetta settimana per settimana”, aggiungendo che “il tracciamento rimane il nostro obiettivo ma per riportarlo sotto controllo dobbiamo abbassare, piegare la curva. Perché se una persona positiva ha già 5 contatti, e in genere ne ha di più, è un moltiplicatore enorme”.
GLI EFFETTI DELLE MISURE – Brusaferro ha quindi spiegato che attualmente “ci troviamo di fronte ad un Paese che ha adottato misure importanti che si stanno implementando, i cui effetti vedremo alla fine della prossima settimana, 15-20 giorni sono i tempi per comprendere come agiscono sulla diffusione dell’infezione”. Il presidente dell’ISS ha però aggiunto che “si possono e si debbono inserire ulteriori misure che possono essere e a livello nazionale e a livello locale”.
L’INDICE RT NELLE REGIONI – Quanto all’indice Rt reginale, sia Piemonte che Lombardia hanno superato la soglia dell’Rt 2, sono rispettivamente a 2.16 e 2.09. Vicinia anche la provincia autonoma di Bolzano e la Valle d’Aosta con 1.96, mentre in altre 10 regioni italiane l’Rt ha superato la soglia dell’1.5: si tratta di Calabria (1.66) Emilia Romagna (1.63), Friuli Venezia Giulia (1.5), Lazio (1.51), Liguria (1.54), Molise (1.86), provincia autonoma di Trento Rt (1.5) Puglia (1.65), Umbria (1.67) e Valle d’Aosta (1.89).
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