Doppia dose per 5 milioni di cittadini
Coronavirus, nel Regno Unito ‘solo’ 10 morti in un giorno: ai minimi da settembre
Numeri che fanno impallidire rispetto alla controparte italiana. Nel Regno Unito nelle ultime 24 ore sono stati ‘soltanto’ 10 i decessi per Covid-19, il numero più basso di vittime dal 14 settembre del 2020.
A riferirlo è il quotidiano inglese Guardian, che evidenzia anche il bassissimo numero di nuovi contagi, scesi oggi a quota 3.423: il numero totale dei decessi è di 126.826, mentre i casi sono 4.357.091.
Un risultato possibile grazie allo stato avanzato della campagna di vaccinazione portata avanti dal governo di Boris Johnson. Nel Regno Unito sono oltre 5 milioni, per l’esattezza 5.205.505, le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino anti Covid. Una sola dose è stata invece ricevuta da 31.425.682 persone, sui circa 66 milioni di cittadini del Regno. Il totale è quindi, pari a 36.631.187.
Risultati accolti con favore dal ministro della Salute britannico, Matt Hancock che su Twitter si è detto “felice che il 50 per cento degli ultraottantenni abbia ottenuto la seconda dose del vaccino”, ringraziando “tutti coloro che sono coinvolti nella campagna vaccinale in tutto il Regno Unito”.
VACCINE UPDATE:
Over 5 million people have now had their second vaccine dose.
The vaccine is safe & effective, so when it’s your turn, come forward & get the jab. pic.twitter.com/wUcF0woqcR
— Matt Hancock (@MattHancock) April 3, 2021
Sul veloce andamento della campagna vaccinale nel Regno Unito è tornato il premier Boris Johnson: “Abbiamo raggiunto un’altra pietra miliare nel nostro programma di vaccinazione, con oltre 5 milioni di persone che hanno avuto la seconda dose”.
7 TROMBI MORTALI SU 18 MILIONI DI DOSI – L’agenzia di regolamentazione dei medicinali del Regno Unito (Mhra) intanto ha rassicurato e incoraggiato i britannici a farsi vaccinare con il siero AstraZeneca, rivelando che sette persone su 18,1 milioni di dosi somministrate sono morte a causa di rari trombi sviluppati dopo il vaccino.
I dati parlano di 30 casi di trombi fino al 24 marzo, che spingono l’agenzia a definire i rischi “molto ridotti” e affermare che “i benefici nella prevenzione dell’infezione da Covid-19 e delle sue complicazioni continuano a essere maggiori di qualsiasi rischio”.
June Raine, direttrice dell’agenzia, ha anche sottolineato che “un rigoroso monitoraggio delle notizie di rari e specifici tipi di coaguli di sangue prosegue”. Non sono state fornite, invece, informazioni su età o condizioni di salute delle persone che hanno sviluppato i trombi.
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