183 positivi in un giorno
Coronavirus, picco in Veneto. L’allarme di Zaia: “Il virus ce lo andiamo a prendere all’estero”
Da 58 a 183 positivi nel giro di 24 ore. Preoccupa l’aumento di contagi in Veneto dove i nuovi casi registrati oggi portano il totale dei positivi, dall’inizio della pandemia, a 20.535. In aumento le persone poste in isolamento che sono 1.141 in più rispetto a ieri (per un totale di 5.212) anche se diminuiscono i positivi (68, -36). Il bollettino regionale registra un nuovo decesso (totale 2.078), mentre la situazione clinica resta stabile, con 9 ricoverati nelle terapie intensive, di cui 6 positivi, e 111 (-10) nei reparti non critici, con 31 positivi (-5).
“Noi abbiamo un virus di ritorno che ormai è chiaro che c’è ed è portato da fuori. Abbiamo sentito i direttori e tutti hanno questo leitmotiv. Abbiamo il virus di rientro con casi dalla Spagna, dal Perù, da Malta, 8 ragazzi dalla Croazia, da Corfù. Diciamo che le vacanze sono un elemento di rischio. Ognuno va in ferie dove vuole, però da un paio di settimane siamo concentrati su pazienti che tornano con il virus”. Queste le parole del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile di Marghera. “Noi oggi abbiamo sicuramente certezza che il virus soprattutto entra da fuori: o perché qualcuno ce lo porta o perché andiamo a prendercelo“, ha aggiunto.
“Facciamo tutto questo sforzo che è l’anti lockdown. Vogliamo metterci in condizione di non chiudere la gente in casa” spiega Zaia nel corso della conferenza stampa a proposito del piano di sanità pubblica presentato oggi. Fra gli elementi caratterizzanti, “si introduce la figura dell’infermiere di famiglia, 8 infermieri ogni 5mila assistiti, un infermiere ogni quattro medici di base, da affiancare ai medici di medicina generale. Il sistema della biosorveglianza verrà implementato”, ha aggiunto.
In autunno “comunque avremo un’emergenza dettata quantomeno dalla psicosi. Uno che ha l’influenza pensa di avere il coronavirus. Noi viviamo una situazione di emergenza ma non chiedetemi l’evoluzione che avrà. Io prendo atto che il virus c’è. Non vi so dire se sarà virulento fra qualche mese. Non dovremo star lì a contare i contagi ma dovremo fare le nostre attività di isolamento. Questo virus va accompagnato con l’isolamento fiduciario. C’è chi parla di prospettive. Io sono positivo e dico che la sfanghiamo, ma non vogliamo andare al lockdown”.
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