L'intervista del ministro
Coronavirus, Speranza rassicura: “Non ci sarà un nuovo lockdown, la scuola deve riaprire”

“Non ci sarà un nuovo lockdown”. A rassicurare, in una intervista a La Stampa, è il ministro della Salute, Roberto Speranza. “Io sono ottimista – si sbilancia il ministro -, anche se prudente e cauto. Il nostro Servizio sanitario nazionale si è molto rafforzato. La situazione non è paragonabile a quella di febbraio-marzo, quando avevamo una curva di contagi fuori controllo e non avevamo un apparato pronto a tracciare e isolare i casi”.
Inoltre “abbiamo deciso il lockdown perché ad un certo punto abbiamo avuto la sensazione che andasse in collasso il servizio sanitario. In Italia avevamo cinquemila posti di terapia intensiva, ora sono raddoppiati. La valutazione mia e dei colleghi europei è che non avremo questa ricaduta, quanto più riusciremo a tenere in salvaguardia gli anziani e i più fragili”. E se si moltiplicano i focolai? “Lo valuteremo. Per fare una zona rossa deve esplodere un territorio. E non lo vedo. Vedo una diffusione e non un’esplosione”, ricorda Speranza, stoppando di fatto l’ipotesi formulata dal governatore della Campania De Luca di un blocco tra regioni. Insomma, c’è la presa d’atto che “siamo in fase di convivenza col virus prendendoci dei rischi, il tasso zero contagi non esiste. Per azzerarlo ci voleva un lockdown per altri 3-4 mesi. Dobbiamo controllarlo ed evitare rischi inutili”.
In merito al al cambiamento della consistenza anagrafica, con un numero di giovani coinvolti significativo e l’età media spostata a 30-32 anni, Speranza ricorda invece che è “un dato non solo italiano”. Il ministro, reduce dal colloquio giornaliero con i suoi omologhi francese, spagnolo e tedesco, afferma infatti: “Siamo tutti coetanei e sono tutti molto bravi e preparati, l’operazione vaccini l’abbiamo costruita insieme, se non spingevamo noi l’Europa rimaneva indietro”. “Ho parlato con loro di questa tendenza, che produce meno impatto sugli ospedali. Oggi la media di età è molto bassa e sul trentenne il Covid non ha l’effetto che ha sul settantenne. E quindi l’impatto sul servizio sanitario è relativo”.
Speranza rilancia dunque un appello ai giovani: “Dateci una mano a tenere sotto controllo i contagi per tutelare genitori e nonni quando tornate dalle vacanze: non esagerate”. Ma la battaglia non è vinta e il secondo tasto su cui batte il ministro è “dobbiamo insistere sulla App Immuni che va rilanciata, perché siamo a 5 milioni di dispositivi scaricati e devono aumentare in quanto ha una sua utilità”.
Quanto al delicato tema della riapertura delle scuole, Speranza sottolinea che “dobbiamo aprire e farle stare aperte”. Per il ministro della Salute si tratta infatti di un “punto fondamentale, la scuola deve riaprire, punto e basta”.
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