Coronavirus, termoscanner negli aeroporti italiani. Oms: oltre 20mila casi, colpito medico che lanciò l’allarme

Controlli con termoscanner estesi a tutti i voli internazionali in arrivo negli scali italiani, compresi quelli europei. La decisione è stata presa dalla task force, di Ministero della Salute e protezione civile che segue l’emergenza Coronavirus. Già stamani il ministero della Salute, al termine della quotidiana task force sul Coronavirus, aveva reso nota “la decisione, presa insieme alla Protezione Civile, di rafforzare sensibilmente i controlli e il personale medico e sanitario in tutti gli aeroporti e i porti”. Corridoi sanitari e scanner termici, o personale medico incaricato di misurare la temperatura dei passeggeri in arrivo, riguarderanno dunque tutti gli scali con voli internazionali.

“Al momento vi posso confermare che le misure di precauzione adottate dall’Italia rimangono elevate e non c’è motivo per adottarne altre”. Lo dice il premier Giuseppe Conte parlando da Bruxelles in merito al Coronavirus.

I NUMERI – Intanto l’Oms fa sapere che livello globale sono 20630 i casi di contagio da coronavirus, 3241 nelle ultime 24 ore. In Cina sono 20471 i casi confermati (3235 nuovi), 425 i decessi (64 nuovi). Fuori dalla Cina sono 159 i casi confermati (6 nuovi) in 23 Paesi, un decesso.

“Ribadiamo la nostra richiesta a tutti i paesi di non imporre restrizioni che interferiscano inutilmente con i viaggi e gli scambi internazionali. Tali restrizioni possono avere l’effetto di aumentare la paura e lo stigma, con scarsi benefici per la salute pubblica”. Così il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Laddove tali misure siano state attuate, chiediamo che siano di breve durata, proporzionate ai rischi per la salute pubblica e che vengano periodicamente riesaminate man mano che la situazione si evolve”, aggiunge. “Possiamo sconfiggere questa epidemia di coronavirus solo con la solidarietà globale, che inizia con la partecipazione collettiva alla sorveglianza globale” prosegue Ghebreyesus che poi chiede a tutti gli Stati membri di condividere informazioni dettagliate con l’Oms, compresi gravità epidemiologica, gravità clinica e risultati di studi e indagini di comunità. Questa è la responsabilità di tutti i paesi ai sensi dei regolamenti sanitari internazionali”.

ESPERTI IN CINA  – “Stiamo inviando un team di esperti internazionali a lavorare con le controparti cinesi per aumentare la comprensione dell’epidemia e guidare la risposta globale” annuncia Ghebreyesus che conclude: “Stiamo organizzando un incontro di ricerca globale la prossima settimana per identificare le priorità di ricerca in tutte le aree dell’epidemia, dall’identificazione dell’origine del virus allo sviluppo di vaccini e terapie”.

LANCIO’ ALLARME, MEDICO GRAVE – Li Wenliang, medico 34enne di Wuhan che aveva lanciato a dicembre l’allarme sulla diffusione del coronavirus, è stato contagiato. Li ha detto alla Cnn di aver avuto la conferma sabato. Li nel suo gruppo sulla popolare app di messaggistica cinese WeChat il 30 dicembre aveva scritto ai suoi contatti che a sette pazienti che erano stati nel mercato ittico locale era stata diagnosticata una malattia simile alla Sars, perché potessero mettere in guardia i propri familiari. Gli screenshot dei suoi messaggi sono però diventati virali, senza oscurare il suo nome, e Li è stato accusato dalla polizia. Lo stesso giorno la Commissione sanitaria municipale di Wuhan ha emesso un avviso di emergenza sul virus.

Li ha dovuto firmare una dichiarazione riconoscendo il proprio “reato” e impegnandosi a non commettere ulteriori “atti illeciti” nel timore di essere incarcerato. Il 10 gennaio, dopo aver inconsapevolmente trattato un paziente con il coronavirus di Wuhan, ha sviluppato tosse e febbre. È stato ricoverato in ospedale il 12 gennaio e poi trasferito nel reparto di terapia intensiva. Sabato 1 febbraio è risultato positivo al coronavirus.