“Seguo con apprensione e anche con dolore la drammatica situazione in Libia” ed “esorto gli organismi internazionali e quanti hanno responsabilità politiche e militari a rilanciare con convinzione e risolutezza la ricerca di un cammino verso la cessazione delle violenze”. Papa Francesco ha dedicato parte dell’omelia del Corpus Domini alla situazione in Libia e dei migranti e ha auspicato la fine dei conflitti interni al Paese.
“Prego anche per le migliaia di migranti, rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni in Libia. La situazione sanitaria – ha sottolineato il pontefice – ha aggravato le loro già precarie condizioni, rendendoli più vulnerabili da forme di sfruttamento e violenza. C’è crudeltà. Invito la comunità internazionale, per favore – ha ripetuto il Papa – a prendere a cuore la loro condizione, individuando percorsi e fornendo mezzi per assicurare ad essi la protezione di cui hanno bisogno, una condizione dignitosa e un futuro di speranza. Fratelli e sorelle di questo tutti abbiamo responsabilità, nessuno si può sentire dispensato. Preghiamo per la Libia in silenzio, tutti”.
A seguire la messa nella basilica vaticana 50 fedeli che hanno rispettato le norme anti-contagio. “L’eucaristia – ha detto ancora il Papa – spegne in noi la fame di cose e accende il desiderio di servire. Ci rialza dalla nostra comoda sedentarietà, ci ricorda che non siamo solo bocche da sfamare, ma siamo anche le sue mani per sfamare il prossimo. E’ urgente ora prenderci cura di chi ha fame di cibo e dignità, di chi non lavora e fatica ad andare avanti. E farlo in modo concreto. Non lasciamo solo chi ci sta vicino”.