Trovate in 72 ore tre case-rifugio dell'ex primula rossa
Cosa c’è nell’agenda trovata nel covo di Messina Denaro: nomi, numeri di donne e spese nel libro mastro del boss
Qualche spunto per gli investigatori è emerso dopo aver setacciato ogni angolo dell’ultimo covo dove Matteo Messina Denaro si rifugiava (con molta disinvoltura) a Campobello di Mazara, a pochi chilometri dalla sua Castelvetrano. Nell’abitazione, dopo 48 ore di ricerche, i carabinieri del Ros (coadiuvati dai Ris, reparto investigazioni scientifiche) hanno trovato una sorta di libro mastro, ovvero un taccuino dove l’ultimo boss stragista di Cosa Nostra annotava numeri di telefono, nomi e sigle.
Tra i documenti ritrovati nell’appartamento di via CB 31 è spuntato questo taccuino da cui emergerebbe una rete di relazioni del capomafia in fuga per 30 anni. Nomi, numeri, cifre e sigle che adesso dovranno essere decifrati dagli inquirenti ma, per i più ottimisti, potrebbe trattarsi di un reperto molto importante anche se è difficile non ipotizzare che sia in questo primo covo, che nel secondo trovato ieri sempre a Campobello di Mazara (nel terzo trovato oggi, abitato fino a giugno e attualmente vuoto e in vendita, e nei prossimi che emergeranno successivamente), non sia avvenuta una vera e propria opera di bonifica da parte della fitta rete di fiancheggiatori dell’ex primula rossa, scattata subito dopo l’arresto nella clinica La Maddalena di Palermo.
Intanto proseguono le indagini per individuare la rete di fiancheggiatori di Messina Denaro. I carabinieri dei Ros, coordinati dalla procura di Palermo (procuratore della Repubblica, Maurizio de Lucia e l’aggiunto Paolo Guido), stanno visionando con attenzione il taccuino ritrovato nell’appartamento ben arredato in cui ha vissuto fino a poche ore prima della cattura il boss di Castelvetrano. Al momento dall’agenda sembra essere emersa una fitta rete di relazioni, anche o soprattutto sentimentali, che “U’ siccu” avrebbe intrattenuto negli ultimi mesi.
Stando a quanto riferisce l’Agi, alcuni appunti presenti nel taccuino risalirebbero anche al 2016. Nell’appartamento sono stati trovati anche altri documenti, tra cui svariati “pizzini” con nomi, numeri di telefono (donne e medici) e contabilità varia (spese di viaggio soprattutto). Terminati infine i rilievi nel secondo “covo” – in via Toselli a Campobello – hanno terminato i rilievi scientifici nel vano blindato, nascosto da una porta blindata e occultato da un armadio, alla ricerca di tracce organiche e impronte digitali. L’esito -al momento – non è ancora noto ma i rilievi sarebbero a buon punto.
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