E’ lo spettro del governo passato, presente e futuro. Clemente Mastella, sindaco di Benevento, ex Udeur, ex ministro, è intorno a lui che i telefoni squillano, in queste ore. Da ieri, in verità, dalle ore precedenti al Consiglio dei Ministri che doveva essere una resa dei conti e che invece non ha partorito neanche un topolino. Dimissioni rinviate dalle ministre Elena Bonetti e Teresa Bellanova. Oggi pomeriggio la conferenza stampa di Italia Viva con Matteo Renzi. Stasera un altro Cdm. La crisi di governo sembra lì lì per aprirsi ma ancora non si apre. E ieri torna lui: “Conte nelle ultime settimane non ha risposto alle mie lettere perché era impegnato a cercare altri senatori – ha detto Renzi – Io penso che domani (oggi, ndr) Conte annunci di avere altri parlamentari a sostenerlo e quindi nasce il Governo Conte–Mastella”.

Che c’entra il sindaco di Benevento, già ministro con Berlusconi, ministro con Prodi, eurodeputato con i Popolari, che però al momento non è al Parlamento, né a Montecitorio né a Palazzo Madama? La partita si gioca intorno ai 18 senatori di Italia Viva. Conte avrebbe contato e ricontato i suoi nelle ultime settimane di questo faccia a faccia con Renzi. Proprio al Senato siede Alessandrina Lonardo detta Sandra, eletta nelle liste di Forza Italia, collegio proporzionale Avellino-Benevento, a sostegno del governatore della Campania Vincenzo De Luca alle ultime regionali, dal luglio 2020 nel Gruppo Misto. E moglie di Clemente Mastella. Sua la perla: “Giuseppe Conte deve capirlo, i responsabili sono come l’amante. A un certo punto devi dare loro dignità, portarli allo scoperto, riconoscerne il valore. Altrimenti ti dicono addio e sul più bello non potrai contare su di loro”.

È da qui che partirebbe il governo Conte-Mastella agitato ieri da Renzi. Intorno al sindaco di Benevento ci sarebbero già una quindicina – per altri una decina, per altri ancora meno – di persone disponibili a sostenere un Conte ter. “Ma in realtà le voci da Palazzo Madama – scrive il Corriere della Sera – dicono che il gruppo (per renderlo presentabile a Mattarella dovrebbe essere un ‘gruppo’, non un mero manipolo di ‘cani sciolti’) non c’è ancora”. Ma Mastella tuona e si piazza al centro della crisi: “Renzi è il primo responsabile, quando c’era il governo Lega-M5s e si rischiava di andare al voto lui con i suoi responsabili e il Pd si è ritrovato a fare un governo diverso”, ha detto il sindaco a Radio24. “Ora esistono dei responsabili che maturano le condizioni per andare avanti rispetto alla sua irresponsabilità che vengono considerati traditori, ma il primo traditore è stato lui”.

Mastella si spinge anche oltre: “Renzi è un piccolo Trump italiano, ha lo stesso tipo di atteggiamento. Come si fa in questo momento con i morti e la gente chiusa in casa ad aprire una crisi? È una irresponsabilità incredibile. Se fossi stato in Parlamento gli avrei fatto vedere i sorci verdi, o viola visto che è un fiorentino”. E quindi annuncia una nuova iniziativa, con amici vecchi e nuovi, di centro, aperta al centro-sinistra, “al 2% ci arriverò pure io”, che si chiamerebbe Meglio noi. “Mi attribuite un’importanza, io sono un povero sindaco di una città, sono ai margini”, ha quindi dissimulato a SkyTg24. “Mi auguro che l’azione del Pd di ricucire vada a buon fine. Se Renzi rinsavisce sul piano politico, non ci sono problemi”.

Ironia della sorte: soltanto una decina di anni fa Beppe Grillo riempiva i teatri con i suoi spettacoli politici. E Mastella era sempre tra gli obiettivi, tanto che querelò il comico genovese. Paradossale che a salvare Conte potrebbe essere proprio lo stesso Mastella. D’altronde Grillo ha condiviso oggi una lettera del deputato M5s Giorgio Trizzino che chiama a un “governo di tutti”, una sorta di governo di unità Nazionale. Un contrappasso, nel Paese in cui le “Larghe Intese” sono sempre passate come “inciucio”.

Antonio Lamorte

Autore