Scene da far west, tavoli e bottiglie lanciate per aria, panico, giovani in fuga. Poi la rissa e l’immancabile pistola che spunta fuori: almeno 15 i proiettili esplosi in pochi secondi in una piazza dove erano presenti decine e decine di giovani. Il bilancio è drammatico: tre ragazzi morti e altri due, tra cui un minore, feriti. I fatti a Monreale, comune in provincia di Palermo, dove nella notte tra sabato e domenica due gruppi, uno composto da ragazzi locali, l’altro provenienti dalla vicina Palermo, si sono scontrati prima verbalmente e poi fisicamente.

Le vittime, tutte incensurate, si chiamavano Salvatore Turdo, 23 anni, e Massimo Pirozzo, 26 anni, morti all’istante, Andrea Miceli 26 anni, morto poche ore dopo l’arrivo in ospedale. Secondo una prima ricostruzione (le indagini sono affidate ai carabinieri), la rissa, scoppiata davanti a un locale in via Benedetto D’Acquisto poco dopo l’una di notte, si era esaurita dopo pochi minuti con il gruppo dei palermitani che era salito a bordo dei loro scooter e sembrava che tutto fosse finito lì. Pochi istanti dopo il ripensamento: sono ritornati nella vicina piazza Duomo e uno di loro ha estratto la pistola, esplodendo almeno 15 colpi.

Monreale, la testimonianza di un 18enne

“Ero con i miei amici per bere qualcosa quando è successo di tutto Io non ero vicinissimo ma ho sentito le urla, le bottiglie che si rompevano, e poi ho sentito gli spari. Sembravano fuochi d’artificio. In pochi istanti sono scappati tutti. Sembrava il finimondo” racconta tra le lacrime un 18enne all’Adnkronos.

Le indagini: sospettati due giovani dello Zen

Al momento le attenzioni degli investigatori sono concentrate su due giovani palermitani, entrambi maggiorenni e originari del quartiere Zen, ascoltati in queste ore in caserma perché sospettati di avere avuto un ruolo nella strage avvenuta la notte scorsa. I due sono in caserma dove in mattinata è arrivato anche il pm di turno della procura di Palermo. Al vaglio dei militari dell’Arma le telecamere di videosorveglianza presenti nella zona.

Personale sanitario aggredito

Momenti di tensione si sono vissute sia all’arrivo dei sanitari del 118 che in ospedale. La frenesia e la disperazione del momento, ha portato alcuni familiari di una delle tre vittime a strattonare e minacciare il personale medico perché pretendevano che fosse soccorso prima il loro caro. Poi in ospedale, una volta appresa la notizia della morte del terzo ragazzo, gli amici hanno assaltato una ambulanza con i sanitari sono riusciti ad uscire dal pronto soccorso grazie a un cordone delle forze dell’ordine.

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