È il timore globale, che il conflitto in Ucraina diventi una guerra mondiale che veda contrapposte sul campo di battaglia e nei cieli da una parte le forze Nato e dall’altra la Russia e i suoi alleati.

La Polonia, forse raggiunta nel pomeriggio odierno da due missili russi, resti di un razzo abbattuto dalle forze armate ucraine che hanno provocato la morte di due civili nel villaggio di Przewodów, al confine ucraino, potrebbe appellarsi all’articolo 5 del trattato Nato.

Una possibilità che di fatto potrebbe scatenare un conflitto su larga scala. L’articolo vincola gli Stati membri della Nato alla difesa collettiva e recita così nelle sue battute iniziali: ”Le parti convengono che un attacco armato contro uno o più di loro in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutti loro“, si legge.

Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali“, prosegue la ‘clausola’ a difesa degli Stati membri dell’Alleanza atlantica.

L’articolo 5 del Trattato è stato invocato soltanto una volta, dagli Stati Uniti, dopo gli attacchi terroristi dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle e al Pentagono.

Redazione

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