I cittadini della Georgia vogliono entrare nell’Unione europea, ma Vladimir Putin cerca di impedirlo a tutti costi. Lunedì 13 maggio è prevista la terza e ultima lettura, da parte del parlamento nazionale, del disegno di legge che disciplina l’“influenza straniera” nel paese. In base al provvedimento voluto dal governo filo-russo guidato dal partito Sogno georgiano, i media, le Ong e altre organizzazioni non-profit dovrebbero dichiarare di perseguire gli interessi di una potenza straniera se più del 20% dei loro finanziamenti proviene dall’estero. Così le loro attività verrebbero fortemente ostacolate e ridotte alla paralisi. L’agenzia americana per lo sviluppo internazionale già ha fornito alla Georgia circa 6 miliardi di dollari in aiuti dal 1992. Anche l’Ue offre miliardi a sostegno del popolo georgiano.

La legge contro gli agenti stranieri

La legge ricopierebbe in sostanza il medesimo provvedimento promosso da Vladimir Putin in Russia nel 2012 contro gli “agenti stranieri” con l’obiettivo di strozzare ogni forma di dissenso e di esercitare un potere totale e incontrastato sul paese. A causa di quel provvedimento, le organizzazioni della società civile russa hanno subito raid, multe e vessazioni. Alla fine sono state costrette a chiudere i battenti e sciogliersi, rinunciando all’attivismo contro il regime. Le organizzazioni civiche georgiane potrebbero fare la medesima fine.

20 giorni di proteste a Tbilisi

Consapevoli del rischio, decine di migliaia di cittadini georgiani protestano nelle strade della capitale Tbilisi da tre settimane. Martedì scorso le forze di sicurezza hanno usato idranti, gas lacrimogeni, granate stordenti e proiettili di gomma per interrompere durante la notte una manifestazione pacifica contro il provvedimento. Sono stati aggrediti diversi giornalisti e politici dell’opposizione. La polizia ha arrestato 63 manifestanti. È stata la repressione più violenta mai attuata dalle autorità contro il movimento di protesta. Levan Khabeishvili, leader del principale partito di opposizione della Georgia, il Movimento Nazionale Unito dell’ex presidente incarcerato Mikheil Saakashvili, ha pubblicato una foto del suo volto picchiato.

La presidente della Georgia, Salome Zourabichvili, si oppone al governo ma Sogno georgiano ha i numeri per superare il suo potere di veto. Il partito di governo afferma che la legge migliora la trasparenza, ma in realtà i gruppi della società civile in Georgia sono già tenuti a rendere conto dei loro finanziamenti. La corruzione e i sistemi clientelari sono un’eredità dell’era sovietica e il sostegno fornito da Usa e Ue prevede già requisiti di trasparenza interna per proteggere i destinatari dalle pressioni politiche. Così, in vista delle elezioni parlamentari che si terranno in ottobre, il tentativo ingiustificato di repressione del governo ha alzato il livello di allarme e spinto ancora più persone a protestare.

La precedente invasione russa e la voglia d’Europa

La Georgia, che prima dell’Ucraina ha già subìto una breve invasione da parte della Russia nel 2008, ha cercato di approfondire le sue relazioni con l’Occidente, ottenendo lo status di candidato membro dell’Ue lo scorso dicembre. Ora il presidente di Sogno georgiano, il miliardario Bidzina Ivanishvili, che a parole sembra favorevole all’adesione alla Ue, ha affermato che un “partito globale della guerra” ha preso il controllo dell’Unione europea e della Nato per minare la sovranità georgiana. Tuttavia la candidatura della Georgia all’adesione all’Ue e alla Nato è sancita dalla sua costituzione. Per i sondaggi d’opinione è sostenuta da oltre l’80% della popolazione.

Cosa chiede Bruxelles e cosa dovrebbe fare

Per raggiungere l’obiettivo dell’adesione, Bruxelles chiede a Tbilisi di riformare i suoi sistemi giudiziari ed elettorali, ridurre la polarizzazione politica, migliorare la libertà di stampa e ridurre il potere degli oligarchi. L’Unione europea “ha condannato fermamente” le violenze e ha invitato il governo a rispettare il diritto di riunione pacifica. Ma, mentre i cittadini fanno la loro parte contro la diffusione strisciante del putinismo nel paese, da parte dell’Unione europea e dei paesi membri servirebbe qualche iniziativa più pressante ed efficace. Anche per evitare che la Georgia si trasformi nella seconda Ucraina.

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