Verso le 18 di questa sera alcuni terroristi hanno sparato con armi automatiche contro una sinagoga e una chiesa a Derbent, nella Repubblica autonoma del Daghestan, nella Russia meridionale. Un commando di soldati armati ha aperto il fuoco contro i due luoghi di culto e, successivamente, contro un posto di polizia stradale. Mentre la sinagoga e la chiesa si trovano a Derbent, l’attacco alla postazione di polizia è avvenuto a Makhachkala, la capitale del Daghestan, distante circa 120 km, ma contestualmente, anche in quest’ultima città, terroristi sono scesi in strada armati. Attualmente, nelle strade delle due città si continua a sparare e alla popolazione è stato chiesto di rimanere in casa.

La ricostruzione dell’attacco nella sinagoga: incendio, morti e feriti

“I sospettati sono fuggiti a bordo di una Volkswagen Polo bianca. Le circostanze dell’attacco sono ancora in fase di chiarimento”, aveva dichiarato la TASS subito dopo la notizia dell’attentato. Secondo fonti locali, almeno due terroristi sono stati uccisi durante la fuga. Fonti israeliane riferiscono che “al momento dell’attacco non c’erano fedeli nella sinagoga”, ma subito dopo è scoppiato un incendio in cui hanno perso la vita almeno nove persone, tra cui sette agenti delle forze dell’ordine. Le autorità locali, citate da Ria Novosti, riferiscono di 25 feriti.

I terroristi uccisi e lo scontro religioso

Una fonte vicina alla polizia locale ha dichiarato alla Tass che gli autori degli attacchi sono membri di un’organizzazione terroristica internazionale. Anche durante gli scontri a Makhachkala, quattro terroristi sono stati uccisi dalle forze dell’ordine. Il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha definito gli attacchi in Daghestan “una vile provocazione e un tentativo di causare scontri tra religioni”. I responsabili delle stragi a Derbent e Makhachkala, ha detto a Ria Novosti, “non hanno fede né nazione”, e sono “non-persone che devono essere uccise sul posto”.

Redazione

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