Per alcuni è una “vergogna”, per altri comunque una buona notizia per il “sistema Italia”. Al netto di gaffe da antologia e del tonfo elettorale alle politiche dello scorso settembre, Luigi Di Maio ritorna sulle prime pagine dei giornali: l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione Europea Josep Borrell lo ha individuato come inviato speciale dell’Ue nel Golfo Persico. Una notizia che ha diviso la politica italiana, il governo Meloni ha preso le distanze dalla decisione. Questa figura della diplomazia tra l’altro ancora non esiste, Di Maio sarebbe il primo a ricoprire l’incarico nell’area.
I rappresentanti speciali dell’Unione Europea sono figure diplomatiche con un mandato in una precisa zona del mondo, di solito provata da crisi politica o relazionale, che promuovono gli interessi e curano i rapporti dell’Ue. Si può considerare una specie di sottosegretario di un ministro degli Esteri delegato a una particolare area del mondo. La regione, nel caso specifico, è quella dell’oceano Indiano su cui si affacciano Paesi come Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Iran. Il mandato durerà inizialmente 21 mesi, dal primo giugno 2023 al 28 febbraio 2025. Secondo Repubblica lo stipendio dovrebbe aggirarsi intorno ai 12mila euro netti al mese più regime fiscale agevolato e copertura totale delle spese dello staff – anche se la remunerazione precisa dovrà essere “determinata tramite un accordo diretto tra l’adviser e l’autorità”.
Bruxelles finora non ha mai avuto un inviato speciale nella regione, la sua istituzione era stata proposta da Borrell in una lettera del 28 luglio scorso. Secondo osservatori e media in questo caso il rappresentante dovrà occuparsi soprattutto dei dossier dell’energia e della sicurezza. Da quando è esplosa la guerra in Ucraina e dopo il via libera alle sanzioni alla Russia i Paesi europei hanno aumentato le importazioni di petrolio e gas dai Paesi del Golfo Persico. L’area è inoltre attraversata da tensioni sia interne al mondo arabo che di interesse internazionale, come il dossier nucleare dell’Iran e i contatti di questo Paese con Cina e Russia.
È per la delicatezza di questi temi che la scelta di Di Maio è stata criticata. A far discutere è anche lo stop all’invio di armi agli Emirati Arabi e all’Arabia Saudita del gennaio 2021, comunicata dall’allora ministro degli Esteri del governo Conte II con un tweet, che scatenò tensioni con Abu Dhabi che chiuse la base italiana all’aeroporto di al Minhad. Già lo scorso autunno l’ex ministro e leader del Movimento 5 Stelle era considerato in testa nella shortlist di candidati. L’esplosione del Qatargate avrebbe ulteriormente spianato la strada all’ex grillino: l’altro nome che circolava era quello dell’ex commissario europeo agli Affari interni Dimitris Avramopoulos, che appariva però nel consiglio di amministrazione dell’ong “Fight Impunity” di una delle figure coinvolte nelle presunte corruzioni del Qatar nel Parlamento Europeo, l’italiano Antonio Panzeri.
“Da ex ministro degli Esteri dell’Italia, Di Maio ha il profilo politico e il livello internazionale necessari per questo ruolo. I suoi diffusi contatti con i paesi del Golfo gli permetteranno di relazionarsi con gli attori più rilevanti al giusto livello”, ha scritto Borrell nella sua lettera destinata agli ambasciatori. L’iter prevede ora l’adozione della proposta da parte del Consiglio e il voto senza discussione a maggioranza qualificata – 15 paesi dei 27 membri pari ad almeno il 65% della popolazione dell’Ue. La nomina dovrà essere passare a vari livelli dei rappresentanti dei governi dei 27 Paesi membri per l’approvazione ufficiale.
Prima di Di Maio i rappresentanti speciali italiani per l’Ue sono stati Ettore Sequi, ex ambasciatore in Cina, dal settembre 2008 al 31 marzo 2010 in Afghanistan; Aldo Ajello, deputato e senatore, dal marzo 1996 al febbraio 2007 nella regione dei Grandi Laghi africani; Fernando Gentilini, diplomatico, segretario d’ambasciata ad Addis Abeba e primo segretario della Missione italiana presso l’Ue, rappresentante speciale in Kosovo dal maggio 2011 al gennaio 2012.