A sentir parlare del “crampo dello scrivano” si corre subito il rischio di confonderlo con il “blocco dello scrittore”, evocando lo sterminato campionario letterario e cinematografico che si è nutrito di una “patologia” dalle tinte oziose e salottiere, si pensi al Bartleby di Mellville o a Gep Gambardella di Sorrentino.
Ben altra cosa è il cosiddetto “crampo dello scrivano” osservato da un punto di vista medico: parliamo di un disturbo fisico che rende estremamente difficoltoso o che addirittura impedisce la scrittura a mano, e che non interessa solo coloro che praticano una professione intellettuale. Colpisce infatti molti ragazzi in età scolare , ed è causato da una distonia focale dell’arto superiore che si manifesta durante l’atto della scrittura, provocando sintomi quali rigidità e scatti involontari della mano interessata. Musicisti, dattilografi, scrittori creativi, data entry: nessuna categoria professionale legata ad un lavoro di scrittura è al sicuro da questa afflizione pittoresca ma, per molti versi, invalidante.

Cos’è il crampo dello scrivano?

Paola Soliveri (In foto), Neurologa dell’ASST Gaetano Pini-CTO, esperta in disturbi del movimento, spiega che “la distonia è un disturbo del movimento caratterizzato da una contrazione muscolare prolungata o intermittente che causa movimenti o posture anomale. Può interessare uno o più distretti corporei. Se una sola regione corporea è interessata dal disturbo, si parla appunto distonia ‘focale’. Nel caso del crampo dello scrivano il distretto corporeo interessato è l’arto superiore. Nella maggior parte dei casi si tratta di una distonia isolata, cioè non associata ad altre manifestazioni neurologiche o sistemiche.”

I SINTOMI

Solitamente il crampo dello scrivano si manifesta all’inizio dell’ età adulta e ha un decorso lento e progressivo.“I pazienti lamentano una sensazione di contrattura o rigidità durante la scrittura prolungata che tipicamente si accompagna a una postura anomala caratterizzata da flessione o estensione involontaria della mano o delle dita. Per lo meno inizialmente, la distonia non è presente a riposo e neppure nell’esecuzione di altre attività manuali”, spiega la Dott.ssa Soliveri. Un disagio fisico imbarazzante, un’inibizione che rischia di trasformare il piacere della scrittura in una vera e propria tortura. In una fase iniziale, la distonia non compare durante l’esecuzione di altre attività manuali, ma si manifesta esclusivamente durante lo svolgimento di compiti che richiedono la pratica della scrittura a mano.

LE CAUSE

Le cause scatenanti il crampo dello scrivano non sono note, è ciò vale in generale per molte distonie. Esistono tuttavia forme di chiara matrice genetica, e la scienza tende a supporre che ciò valga in ultima istanza per la maggior parte dei casi acclarati di “crampo dello scrivano”.

POSSIBILI TERAPIE

Le forme precoci del crampo dello scrivano sono spesso geneticamente condizionate e di difficile approccio terapeutico, mentre per forme più lievi o insorte nel corso della giovinezza, ha dato risultati incoraggianti l’utilizzo di particolari penne dotate di impugnatura modificabile. Altre facilitazioni consistono nell’imparare a scrivere con l’altra mano, utilizzando quindi l’arto non interessato e, a mali estremi, scrivere in stampatello. Tra le strategie terapeutiche più incisive, ma comunque non risolutive, vengono prese spesso in considerazione la terapia orale a base di anticolinergici, miorilassanti e benzodiazepine, infiltrazioni con tossina botulinica e persino operazioni chirurgiche. Tra le forme terapeutiche non farmacologiche, invece, si predilige la terapia occupazionale, l’immobilizzazione, tecniche di stimolazione magnetica o di stimolazione cerebrale profonda (DBS).

Nonostante l’innovazione tecnologica spinga sempre più il mondo della formazione e le professioni incentrate sulla “scrittura di contenuti” nella direzione di una digitalizzazione generalizzata, imparare a scrivere penna su carta (oltre che a far di conto) rimane uno degli obiettivi primari dell’apprendimento. Ma questo disturbo, nel tempo, può coinvolgere anche attività non strettamente legate alla pratica della scrittura, fino a rendere difficile l’esistenza a tutti coloro che hanno una professione intellettuale legata alla manualità: pianisti, videoterminalisti, artisti ecc… In questi casi, con più rigore, si può parlare di “distonia occupazionale”. Distinguere la natura e la portata dei sintomi “caso per caso” è ad ogni modo la prima operazione da compiere, per una patologia dalle sfumature incerte e che coinvolge, oltre che il corpo, anche e soprattutto la mente, con implicazioni socio-psicologiche che le scienze dure tendono, talvolta, a sottovalutare. Senza scomodare Freud, che vedeva nell’impedimento alla scrittura il segnale di conflitti inconsci di natura sessuale, vale in ogni caso la pena di non sottovalutare le implicazioni esistenziali profonde di questo tipo di disturbi, che possono portare facilmente allo scoraggiamento e a crisi di autostima, fino alla depressione, oltre che impedire il regolare svolgimento delle attività formative o lavorative, con ricadute gravi sulla vita professionale e sociale di chi ne è afflitto.