Un uomo che vive negli Stati Uniti ha contratto la peste bubbonica, probabilmente infettato dal suo gatto, ed è attualmente in cura. Un caso isolato, riferiscono le autorità sanitarie locali, identificato nella contea di Deschutes, in Oregon. La malattia è molto rara nei Paesi sviluppati e può essere curata anche se rimane potenzialmente pericolosa. “Tutti i contatti stretti del residente e del suo animale domestico sono stati contattati e gli sono stati somministrati farmaci per prevenire la malattia”, ha spiegato il dottor Richard Fawcett, ufficiale sanitario della contea di Deschutes, quando il caso è stato reso noto la scorsa settimana.

Peste bubbonica, caso negli Stati Uniti: “Batteri infettano animali”

L’uomo è stato “curato nelle prime fasi della malattia” sebbene presenti “pochi rischi” per la comunità locale. Ma, così come ricostruisce la Cnn, il caso di peste bubbonica, il primo in Oregon dal 2015,  solleva interrogativi su come la peste, che in Europa ha ucciso milioni di persone durante il Medioevo, possa ancora diffondersi ai giorni nostri, soprattutto nei Paesi sviluppati. “Il motivo per cui non è stato eliminata del tutto è perché esiste un serbatoio animale. I batteri possono infettare gli animali e, poiché non possiamo curare tutti gli animali in natura, questi resistono e possono causare occasionalmente un numero limitato di casi umani”, ha spiegato il dottor Dan Barouch, direttore del Centro per la virologia e la ricerca sui vaccini presso il Beth Israel Deaconess Medical Center.

Come si cura la peste

Tra le medicine utilizzate, come consigliato anche dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), ci sono antibiotici comuni come la gentamicina e i fluorochinoloni, indicati come trattamento di prima linea per la peste. Secondo il CDC ogni anno negli Stati Uniti vengono riscontrati sette casi di peste umana registrati soprattutto nelle aree rurali del sud-ovest e del nord-ovest.

Cos’è la peste bubbonica: cause e sintomi

La peste bubbonica è causata dal batterio “Yersinia pestis”. Si tratta di una zoonosi, ovvero una infezione trasmessa all’uomo dagli animali. Gli esseri umani di solito lo contraggono dopo essere stati morsi da un insetto (generalmente una pulce) portatore del batterio o dopo il contatto con un animale infetto. I primi sintomi si manifestano in un intervallo di tempo che va dai due agli otto giorni dopo l’esposizione e comprendono linfonodi dolorosi e ingrossati (che prendono così il nome di “bubboni”, da qui il termine con cui viene chiamata la malattia), febbre, mal di testa, brividi e debolezza. Se la condizione non viene diagnosticata precocemente, può progredire fino a infezioni del flusso sanguigno o dei polmoni.

 

Redazione

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