L'emendamento sulla stretta
Cos’è la Protezione Speciale, la norma per i migranti perseguitati che il governo Meloni vuole abolire
Compatta la maggioranza, opposizioni che si preparano a salire sulle barricate per la volontà del governo di attuare una stretta sulla cosiddetta “protezione speciale”. L’abolizione è da tempo un obiettivo dichiarato della Lega. Anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante la sua visita di Stato in Etiopia di sabato scorso, si è detta favorevole all’abolizione. L’obiettivo del governo è quello di cancellare la norma anche per mettersi in linea con gli altri Paesi dell’Unione Europea: l’esecutivo ritiene che la protezione speciale sia una peculiarità tutta italiana.
L’eliminazione è contenuta nel cosiddetto decreto Cutro, varato dopo la strage di migranti al largo della Calabria di fine febbraio. È atteso in Aula tra martedì e mercoledì. Il provvedimento deve essere discusso in Commissione al Senato e ripresentato direttamente in Aula. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia serrano i ranghi. “Noi andiamo avanti. Ci sono i numeri che dicono che la protezione speciale è stata un fallimento totale. Solo il 5 per cento di questi permessi che non esistono in nessun’altra parte d’Europa, sono diventati lavoro. E quindi vuol dire che erano un incentivo all’illegalità”, ha commentato il ministro e segretario della Lega Matteo Salvini.
La protezione speciale è un tipo di protezione riconosciuta dalla legge italiana ai migranti che si affianca a quelle riconosciute dalle leggi internazionali per le persone che sarebbero a rischio di persecuzione e gravi danni nel proprio Paese. La norma era stata introdotta nel 2020, dall’ex ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, una sorta di re-introduzione in realtà della “protezione umanitaria” in gran parte smantellata, salvo rare eccezioni, dai “decreti sicurezza” approvati dal primo governo Conte, Lega e Movimento 5 Stelle. La protezione speciale nel corso del 2022 è stata accordata a 10.865 persone.
È uno dei tre modi per le persone straniere che arrivano in Italia di ottenere accoglienza e ricevere accoglienza. Si affianca al diritto d’asilo e alla protezione sussidiaria, le due forme riconosciute a livello internazionale, la prima dettata dalla Convenzione di Ginevra e la seconda da una direttiva europea, qualora dovessero essere negate la legge italiana prevede un terzo tipo di protezione. La protezione speciale è riconosciuta alle persone straniere quando si ritiene che “esistano fondati motivi di ritenere che l’allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare”.
La premier Meloni ha sostenuto che la norma “è una ulteriore protezione rispetto a quello che accade al resto d’Europa, credo che l’Italia non abbia ragione di discostarsi dalle normative europee”. L’Italia però non è l’unico Paese che fornisce un simile permesso di soggiorno, alternativo a quelli di rifugiato e alla protezione sussidiaria. Secondo Eurostat nel 2022 è stata la Germania a garantire il maggior numero di permessi di soggiorni per ragioni umanitarie, 30.020.
Il sub-emendamento di Marco Gasparri non prevede la cancellazione ma la stretta della norma, la Lega ha presentato altri emendamenti anche più duri. La Commissione Affari Costituzionali del Senato oggi valuterà la possibilità di esaminare l’altissimo numero di emendamenti al decreto. La settimana prossima il testo dovrebbe arrivare alla Camera. I sindaci di centrosinistra delle grandi città si sono opposti alle modifiche, le quattro Regioni guidate dal centrosinistra – Toscana, Campania, Emilia-Romagna e Puglia – hanno criticato la nomina di Valerio Valenti, capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, a commissario ad hoc per i migranti.
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