Un bambino di 10 anni è morto in circostanze ancora poco chiare dopo essere caduto in un pozzo artesiano profondo circa 15 metri a Palazzolo Acreide, piccolo comune in provincia di Siracusa. L’incidente, sulle cui cause è la procura di Siracusa ha aperto una inchiesta, è avvenuto nei pressi di un campo estivo. Oltre al piccolo è caduta nel pozzo, per metà pieno d’acqua, anche una donna 54enne, recuperata successivamente dall’intervento del Nucleo Speleo Alpino fluviale dei vigili del fuoco e non avrebbe riportato gravi conseguenze fisiche. Si tratta di una operatrice della cooperatica Anffass per bamibi disabili.

Per il piccolo invece non c’è stato nulla da fare: quando i vigili del fuoco sono arrivati in fondo al pozzo hanno potuto solo recuperare il corpo senza vita. L’incidente sarebbe avvenuto durante un’escursione organizzata dalla cooperativa. Il bimbo, fratello di un piccolo bambino disabile, stava partecipando alla gita quando per cause ancora da accertare è finito dentro al pozzo e la donna, operatrice di 54 anni, ha tentato invano di recuperarlo cadendo giù e rimanendo anch’essa intrappolata.

Sulla vicenda la procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta. I magistrati stanno cercando di ricostruire la dinamica della tragedia e di capire se il pozzo, profondo 15 metri, fosse segnalato.

Ma che cos’è un pozzo artesiano?

E’ Lo stesso in cui 43 anni fa cadde Alfredino Rampi a Vermicino. Il piccolo di sei anni vi restò in agonia per tre giorni prima di morire. Un pozzo artesiano viene perforato per captare una falda acquifera sotterranea che scorre in pressione e per effetto della pressione idrostatica tende a salire fino a uscire. Sfrutta i naturali bacini artesiani, acquiferi in pressione, e permette di fare a meno dei sistemi di pompaggio. Il nome deriva dalla Regione nel Nord della Francia di Artois, dove le argille consentono la formazione di acquiferi multistrato confinati. Il primo sarebbe stato praticato nel 1126 da un gruppo di monaci.

Redazione

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