È stato arrestato nella notte Giampiero Riccioli, quello che per 7 anni è stato l’unico indagato per l’omicidio di Luigi Cerreto, 23 anni e Alessandro Sabatino, 40 anni. I due, entrambi casertani erano scomparsi nel nulla il 14 maggio 2014 a Siracusa, dove lavoravano come badanti per il padre di Riccioli. Poi l’agghiacciante scoperta dei resti di due uomini che potrebbero essere compatibili con quelli dei due badanti all’interno della villa dove lavoravano.

“Ci sono voluti 7 anni per trovare i corpi nello stesso posto dove erano scomparsi. Noi avevamo più volte sollecitato a cercare nei pozzi artesiani della zona. Ce ne sono centinaia. Addirittura avevamo portato noi la mappatura ma non siamo stati ascoltati”, racconta al Riformista l’avvocato Daniele Scrofani, che da 7 anni assiste le due famiglie straziate dal dolore.

L’avvocato ha tenuto il pugno duro e non ha accettato che il caso fosse archiviato come richiesto per ben due volte. Bisognava cercare ancora e capire chi avesse ucciso Luigi e Alessandro. E così a ottobre 2020 la Procura Generale di Catania ha avocato a se l’indagine e le ricerche sono riprese con maggiore accuratezza. “Qualche anno fa erano già stati fatti i sopralluoghi nella villa – continua Scrofani – L’attenzione si era concentrata su una piscina artigianale ricoperta di detriti. Ma lì avevano fatto solo dei saggi al terreno e avevano stabilito che i corpi non c’erano. Solo ieri quella piscina è stata svuotata completamente”.

Eppure l’avvocato e le famiglie di Luigi e Alessandro per 7 lunghi anni hanno insistito nel voler far continuare le ricerche nella zona. “Ero certo che l’assassino non sarebbe potuto arrivare troppo lontano con due cadaveri, era chiaro che fossero nascosti in un luogo molto vicino – dice l’avvocato – E così sono stati trovati in un pozzo nella villa stessa, gettati in un sacco e avvolti in un lenzuolo. Adesso l’autopsia e l’esame del dna dovranno confermare che quei resti di corpo umano sono di Luigi e Alessandro. Non sarà un esame facile: sono passati 7 anni e quei corpi erano in un pessimo stato”.

L’avvocato racconta che i familiari hanno seguito in diretta dal programma “Chi l’ha visto?”. “Non si aspettavano quell’agghiacciante ritrovamento così velocemente e ne sono rimasti molto scossi – dice Scrofani – C’era anche Riccioli che assisteva sereno alle ricerche. Vedeva gli investigatori scavare nella piscina, ma forse sapeva che lì non c’era nulla. Poi hanno tirato fuori il georadar e hanno trovato i corpi sepolti a un metro e mezzo, nemmeno troppo in profondità”.

È a quel punto che le cose per Riccioli si sono complicate. Così, mentre proseguivano gli scavi, ha lasciato improvvisamente la villa tentando di far perdere le sue tracce. Così è partita la caccia all’uomo da parte della polizia. Riccioli è stato fermato nella notte nella sua casa al mare nella zona di Pachino. Dopo la cattura è stato trasferito negli uffici della Mobile a Siracusa per essere interrogato. Si trova in stato di fermo con le accuse di duplice omicidio e occultamento di cadavere. Ma sarà il processo a fare chiarezza sulle sue responsabilità e su come siano andati i fatti.

Dalle dimensioni delle ossa ritrovate il medico legale ha sostenuto che potrebbero essere comparabili con quelle dei due giovani badanti. Secondo le ipotesi investigative ci sarebbero stati forti dissapori tra i due e il loro datore di lavoro. I casertani avrebbero discusso più volte con Riccioli perché avrebbero notato vari maltrattamenti nei confronti dell’anziano. La Procura di Siracusa aveva però deciso di chiedere l’archiviazione del caso, ma il gup accogliendo l’opposizione del legale della famiglia aveva rigettato la richiesta e disposto nuove indagini.

Una triste vicenda dunque che rischiava di essere archiviata e il mistero sui due uomini scomparsi sarebbe rimasto tale. Ci sono voluti 7 anni per semplicemente cercare meglio in un luogo già ispezionato ma evidentemente con superficialità. Quei corpi si sarebbero potuti trovare prima. “Forse qualcuno che sapeva ha dato lo spunto a cercare meglio in un luogo specifico”, conclude l’avvocato Scrofani. Adesso bisogna attendere il risultato delle analisi e che le indagini facciano il loro corso. Ci vuole ancora un po’ di tempo prima che le famiglie possano trovare pace per quelle morti così atroci.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.