La conferenza stampa sul caso dell'anarchico detenuto
Cospito muore di fame ma il 41-bis è “indispensabile” per Nordio: “Stato non cede, non trattiamo con violenti”
Per il ministro della Giustizia Carlo Nordio il 41-bis è “indispensabile” ed è “necessario mantenerlo” e inoltre “l’ondata di gesti vandalici prova che il legame tra il detenuto e i suoi compagni rimane e tenderebbe a giustificare il mantenimento del 41-bis”. Sulla situazione dell’anarchico Alfredo Cospito detenuto e in sciopero della fame dallo scorso 19 ottobre, la decisione “sarà presa dopo un maturato studio della situazione giuridica. Qualsiasi decisione sulla parte che ci compete non può e non deve essere adottata se prima non riceviamo i pareri delle autorità giudiziarie”.
Si è espresso così il ministro in conferenza stampa a Roma sul caso del 55enne nato a Pescara, che viveva a Torino con la compagna Anna Beniamino, anche lei detenuta. Entrambi membri della Fai-Fri, Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale, composta da cellule diverse sparse in diversi Paesi che agiscono in via del tutto autonoma e che invoca la lotta armata contro lo Stato. Condannato a 10 anni per aver ferito a Genova, con colpi di pistola alle gambe, il dirigente dell’Ansaldo Roberto Adinolfi e per aver piazzato e fatto esplodere due pacchi bomba davanti alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo.
Cospito e Beniamino vennero condannati – così com’era successo in primo grado – a 20 e 16 anni di carcere secondo l’articolo 422 del codice penale, “strage comune”. Dopo sei anni, nel 2022, è stato sottoposto al regime di 41-bis, il cosiddetto “carcere duro”, diventando il primo anarchico ristretto a questa condizione. Un trasferimento giustificato dall’ex ministra della Giustizia Marta Cartabia per i “numerosi messaggi che, durante lo stato di detenzione, ha inviato a destinatari all’esterno del sistema carcerario; si tratta di documenti destinati ai propri compagni anarchici, invitati esplicitamente a continuare la lotta contro il dominio, particolarmente con mezzi violenti ritenuti più efficaci”. Perciò da Terni venne trasferito a Sassari. Da ieri è a Opera a Milano.
Perché le sue condizioni sono peggiorate notevolmente da quando lo scorso 19 ottobre ha cominciato lo sciopero della fame: contro il regime 41-bis e contro la possibilità che alla sua situazione – dopo che la Cassazione ha accettato la richiesta di modifica dell’accusa del reato da “strage comune” a “strage politica”, articolo 285 del codice penale – venga applicato il regime dell’ergastolo ostativo. Cospito ha perso oltre 40 chili secondo quanto ha fatto sapere la difesa che ha presentato un ricorso alla Corte di Cassazione, che aveva fissato una prima udienza al 20 aprile, salvo poi anticiparla al 7 marzo. “Un’attesa così lunga non è compatibile con le condizioni fisiche di Alfredo”, secondo la medica Angelica Milia.
“Di fronte alla violenza non si tratta”, ha aggiunto il ministro facendo riferimento alle azioni della rete anarchica negli ultimi mesi: dall’attacco al primo consigliere dell’ambasciata italiana Susanna Schlein, ad Atene, alle ultime azioni tra Barcellona e Berlino. Nessuna trattativa dunque, neanche per via dello sciopero della fame. “Alla domanda se lo sciopero della fame possa incidere sul 41 bis, la mia risposta è assolutamente negativa”, ha chiarito il ministro precisando che il trasferimento di Cospito nel carcere di Opera “non è un minimo cedimento dello Stato ma il riconoscimento che una cosa è la doverosa espiazione della pena ma altro l’assoluta tutela della salute. Tutela della salute che è principio sacro e inderogabile”.
Ancora il ministro sul pronunciamento dei magistrati: “La magistratura è sovrana, guai se il ministero influenzasse i loro pareri”. Intanto nessuna trattativa. A fare la differenza, a quanto emerso dalla conferenza stampa con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello dell’Interno Matteo Piantedosi, proprio gli atti vandalici e le azioni della rete anarchica degli ultimi tempi. “Tutti i nemici dello Stato, anarchici, terroristi rossi e neri, mafiosi tendono a coalizzarsi contro quello che ritengono il loro nemico comune. Il rischio che possano coalizzarsi c’è ma nelle carceri è molto limitato proprio perché rivolgiamo la massima attenzione a evitare forme di contatti e complicità. Nelle carceri la situazione è sotto controllo”.
Il vice primo ministro, esponente di Forza Italia, Tajani ha auspicato: “Ci auguriamo che tutti sostengano l’azione del governo contro la violenza”. E spiegato: “Lo Stato reagisce con la forza della legge alla violenza di chi ha attaccato beni privati e pubblici, in Italia e all’estero, si è orchestrata una campagna internazionale anarchica contro le istituzioni e contro i beni privati“. Cospito “è stato trasferito per sicurezza sanitaria ma non cambia il suo regime carcerario, la scelta del trasferimento è stata fatta perché Opera ha una struttura sanitaria forse la più efficiente in Italia, ma il 41 bis non cambia“.
“Lo Stato difende la legge e sta dalla parte della legge, della libertà e della democrazia, non porta attacchi ma è sotto attacco dell’internazionale anarchica. Nessuno ha mai voluto a mettere a repentaglio la salute di nessun detenuto, giustamente il ministro Nordio ha disposto il trasferimento ad Opera senza mutare il 41 bis. La tutela della salute è garantita dalla struttura sanitaria per essere curato nel modo migliore possibile. Non vogliamo vittime ma solo che si rispetti la legge. Servitori dello Stato sono sotto attacco in tutto il mondo, attacchi ci sono stati, nessuno vuole drammatizzare ma ci sono stati anche ieri notte a Roma e Milano”.
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