Enrico Costa (Forza Italia) è l’infaticabile garantista che in Parlamento ha presentato più iniziative di legge di chiunque altro per arginare quello non pochi definiscono strapotere giudiziario. Adesso osa dove nessuno ha mai osato: dice addirittura che chi fa spendere milioni di euro per migliaia di errori giudiziari potrebbe esserne chiamato a risponderne.

«Questo emendamento nasce da lontano, dal mio interesse sul tema delle ingiuste detenzioni».
Quante sono, in Italia?
«Le persone indennizzate dallo Stato sono state, dal 1992 ad oggi, 31.000. Una cittadina di medie dimensioni interamente popolata di innocenti che sono stati ingiustamente incarcerati. Detenuti poi del tutto assolti».
Sono tantissimi!
«Ma sono una punta dell’iceberg. Oltre il 70% di chi fa domanda se la vede respingere per vizi formali o concorso all’errore del magistrato con colpa grave».
Chiedo scusa, forse non ho capito. Un innocente viene messo in carcere perché ha indotto con colpa grave il magistrato a condannarlo per errore? Praticamente autolesionismo…
«Sì, era così fino a poco fa. Era una assurdità per la quale ho fatto approvare io un emendamento correttivo nella legge Cartabia. C’era secondo i magistrati una colpa grave quando l’imputato si rifiutava di rispondere all’interrogatorio (come è però suo diritto) o quando avesse avuto tra i suoi amici dei soggetti criminali».

Lo Stato quanto spende per risarcire dei suoi errori giudiziari?
«Una cifra voluminosa, nel suo complesso: dal 1992 ad oggi 874 milioni di euro in indennizzi. 27 milioni l’anno in media».
È normale che lo Stato paghi e non batta ciglio? Nessuno ne chiede conto ai responsabili di quegli errori?
«Non è normale, non è logico. Se un sindaco fa un esborso eccessivo, la Corte dei conti accende subito un faro e le responsabilità sono enormi. Invece questi pagamenti per gli errori dei magistrati vengono considerati errori fisiologici il cui costo è interamente riversato sui cittadini».
Cosa prevede il suo emendamento?
«Quando lo Stato è condannato a pagare, deve trasmettere gli atti alla Corte dei Conti che deve valutare se c’è una responsabilità, che scatta in caso di dolo o colpa grave. In molti casi potrebbe non esserci responsabilità, ma deve esserci almeno un vaglio, che però sui magistrati non c’è mai».

Del resto non c’è neanche una valutazione sugli errori giudiziari, al di là del danno economico per lo Stato.
«Non c’è un’analisi sull’esito delle attività, sulle inchieste flop, su chi vede spesso le sue inchieste ribaltate… c’è un avanzamento di carriera per anzianità che disincentiva i magistrati più bravi. E sul piattume proliferano le correnti. Un tassello per introdurre un criterio di merito è quello di valutare l’impatto economico degli errori giudiziari e capire chi ne causa di più, dove e perché».
Il centrodestra sosterrà la sua proposta di legge?
«Forza Italia la fa sua, il centrodestra sarà conseguente, penso sarà presto incardinato in Commissione».

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.