La legge di Bilancio 2021 ha riconfermato il bonus animali domestici e con gli italiani sempre più un popolo di ‘pet friendly’, testimoniato dal boom di adozioni di cani nella fase post lockdown, si tratta di un’agevolazione molto gradita.

COSA E’ – Consiste in una detrazione fiscale del 19% sulle spese veterinarie, a patto però che i pagamenti siano tracciabili. Rispetto al 2020, quest’anno c’è un innalzamento della soglia massima della spesa detraibile; passa infatti da 500 a 550 euro complessivi. Nessuna variazione invece per la franchigia, che è sempre pari a 129,11 euro. Le spese veterinarie sono detraibili fino ad un tetto massimo del 19%.

Esempio: se una famiglia ha sostenuto un costo complessivo annuo di 550 euro per le visite veterinarie, va sottratta la franchigia di 129,11 euro. Sulla differenza che è di 420,89 euro va calcolata la detrazione fiscale del 19% (rimborso Irpef) e si arriva così ad una somma di 79,96 euro, che è il rimborso massimo previsto dal bonus.

SPESE DETRAIBILI – Riguardano le visite specialistiche e veterinarie, gli interventi di chirurgia; gli esami in laboratorio; l’acquisto di farmaci specifici.

CHI PUO’ RICHIEDERLO – Occorre essere residenti sul territorio italiano, aver sostenuto le spese con un mezzo di pagamento tracciabile e dimostrare di essere i proprietari legali dell’animale. Per quanto riguarda i proprietari di cani, bisogna presentare i documenti della sua iscrizione all’Anagrafe Canina e quelli relativi al microchip, mentre chi ha un gatto potrà o fornire i documenti d’acquisto oppure quelli relativi ai microchip (se impiantati).

Se invece in questi giorni di boom di contagi dovuti alla variante Omicron vi siete trovati con un tampone positivo e vi state preoccupando della convivenza con i vostri animali domestici, ecco alcune delle domande a cui il sito salute.gov hanno dato risposta.

CANI E GATTI POSSONO CONTAGIARCI? – No, allo stato attuale non esistono evidenze che gli animali da compagnia svolgano un ruolo epidemiologico nella diffusione all’uomo di SARS-CoV-2. Semmai è vero il contrario. I nostri animali possono contrarre l’infezione attraverso il contatto con persone infette e sviluppare occasionalmente la malattia. Pertanto, occorre adottare misure precauzionali in casa anche per gli animali, attraverso regole generali di igiene personale, degli animali, degli ambienti e soprattutto adottando comportamenti idonei da parte di chi li accudisce.

Gatti, cani, e altri piccoli mammiferi che vivono con persone con sospetta o confermata infezione da Covid dovrebbero essere gestiti come “contatti” potenzialmente infetti. E dunque, tra i consigli per un accudimento sicuro è bene:

  • Lavarsi sempre le mani prima e dopo il contatto con gli animali e dopo aver pulito la lettiera e/o la cuccia
  • Pulire le zampe dopo la passeggiata e prima di rientrare in casa
  • Limitare il contatto col proprio animale se si sospetta un’infezione, e affidarne le cure ad un altro membro della famiglia o a un esterno; se non è possibile, usare sempre mascherina e guanti
  • Assicurarsi che il proprio animale stia bene e, in caso contrario, curarlo solo con farmaci prescritti dal veterinario

Nel caso gli animali mostrino sintomi respiratori o gastroenterici (difficoltà respiratorie, tosse, vomito, diarrea, inappetenza, febbre), bisogna chiamare il veterinario di fiducia, il quale, se dovesse valutare opportuno sottoporre l’animale al test diagnostico per SARS-CoV-2, e nel caso questo risultasse positivo, deve segnalare il caso al Servizio Veterinario della ASL.

Gli animali positivi al test vanno posti in isolamento presso una struttura dedicata, fino alla guarigione. Laddove vivano persone con sospetta o confermata COVID-19, è possibile valutare l’opportunità di mantenere l’animale presso l’abitazione, solo se si realizzano condizioni abitative tali da consentire di limitare in modo efficace il contatto dell’animale positivo con altri animali e persone.

Gli animali che dovessero morire in abitazioni in cui vivono persone con sospetta o confermata COVID-19 vanno segnalati sempre alla Asl veterinaria e poi inviati all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale territorialmente competente, per gli accertamenti diagnostici del caso.

L’impiego di cani guida e cani da soccorso, come pure di animali per gli interventi assistiti (IAA) che provengono da case in cui vivono persone con sospetta o confermata COVID-19, deve essere valutato tenendo conto del contesto abitativo in cui vive l’animale, del suo effettivo accudimento in sicurezza, della sua salute, della tipologia di attività svolta dall’animale stesso. Se si decide di fargli svolgere il servizio, gli accompagnatori e gli assistiti devono comunque munirsi di Dispositivi di Protezione Individuali (DPI, vale a dire mascherine, guanti, ecc)

Gianni Emili

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