Contagi in aumento in prossimità delle ferie
Covid, cosa fare se ci si contagia in vacanza? Le regole in Italia e all’estero

Più si avvicinano le tanto desiderate vacanze più sembra che aumentino i contagi. E salgono i dubbi: cosa fare se ci si contagia mentre si è in vacanza o poco prima di partire, magari avendo già da mesi prenotato le ferie? Se il viaggio previsto non è in Italia, prima di partire è bene conoscere le regole del luogo dove si sta andando. In quasi tutti i paesi, in caso di contagio, bisogna provvedere a proprie spese all’assistenza sanitaria e alla struttura dove restare in isolamento.
Cosa fare se il contagio avviene in vacanza in Italia?
Le regole in Italia sono sempre le stesse anche in vacanza. Vale la regola per cui il soggetto positivo è tenuto all’isolamento: 7 giorni per chi è vaccinato con dose booster e ha completato il ciclo vaccinale due dosi da non più di 120 giorni, 10 giorni gli altri. Il tampone di controllo avrà essere negativo. Se si prende il Covid in viaggio, anche se a pochi chilometri da casa, si resta bloccati almeno per 7 giorni. Dunque, se un tampone rivela la positività ci si deve fermare, nella casa di vacanza o nell’hotel in cui ci si trova, a proprie spese, fino a tampone negativo, anche da asintomatici. I Covid hotel ormai sono dismessi quasi ovunque. Vietato in teoria anche salire su un’auto da soli e tornare a casa. Familiari o amici con cui si viaggia, invece, se vaccinati, possono muoversi indossando la Ffp2.
Cosa fare se si risulta positivi prima di partire?
Da positivi non è possibile viaggiare. In tal caso bisogna subito rivolgersi all’agenzia di viaggi o alle strutture dove sono state effettuate le prenotazioni. Secondo quanto riportato dal Mattino, a fare fede è il codice civile: “La sopraggiunta impossibilità di usufruire della prestazione concordata e pagata, per motivi di necessità o forza maggiore, prevede il rimborso obbligatorio da parte del fornitore”. Il Covid è evidentemente invocabile come causa di forma maggiore. Più difficile la procedura per i viaggi prenotati online. Le compagnie aeree sui siti istituzionali indicano l’iter per il rimborso del biglietto con bonifico bancario. Per hotel, alberghi e case vacanze molti propongono buoni da utilizzare in seguito per successive vacanze oppure trattengono una penale sul rimborso che, a rigor di legge, non sarebbero dovute.
Cosa fare se si scopre di essere positivi all’estero?
Il portale Viaggiare Sicuri della Farnesina ricorda che l’emergenza sanitaria da Covid-19 nel mondo non è conclusa e che i Paesi di destinazione possono tuttora adottare misure restrittive. In caso di positività a Sars-Cov-2 bisogna subito segnalare la circostanza all’autorità sanitaria del Paese che ci ospita e verificare se il viaggio è coperto da un’assicurazione. Probabilmente il volo di ritorno dovrà essere posticipato e si potrà segnalare la circostanza alla compagnia oltre che iniziare una quarantena se prevista. Si potrà tornare a casa in ogni momento anche da positivi ma non con un volo di linea.
Le regole in Francia
Per entrare in Francia è ancora necessario avere il Green Pass se si è vaccinati con ciclo completo o un test negativo se non si è vaccinati. Ma per chi vuole andare in vacanza in Francia, dove i casi sono oltre 200.000 al giorno, meglio dotarsi di assicurazione. Se ci si ammala, è obbligatorio l’isolamento per 7 giorni che diventano 5 senza sintomi e con un test negativo) e la sistemazione, in casa o hotel, è a carico del turista. Non sono previste strutture pubbliche per ospitarli, solo gli ospedali in caso di necessità. Impossibile rimettersi in viaggio se non ci si è negativizzati.
Le regole in Spagna
La Spagna è uno dei paesi europei dove ci sono maggiori libertà per quanto riguarda il Covid. Per salire su aerei, treni, navi o bus non serve più nè Green Pass nè test e ai positivi è solo raccomandato di evitare al massimo le interazioni sociali e usare la mascherina. Dunque, anche da positivi, se ci si sente in condizione di viaggiare, ci si può muovere e tornare a casa. Qualsiasi pronto soccorso o presidio medico pubblico è anche a disposizione dei turisti che ne avessero bisogno.
Le regole in Grecia
Isolamento obbligatorio almeno per cinque giorni, a partire da quello successivo alla diagnosi, per chi si scopre positivo in Grecia. Il turista dovrà sbrigarsela da solo, provvedendo a trovare una struttura dove osservare la quarantena. Vietato rientrare in Italia, per amici o familiari a contatto obbligatoria la mascherina per 10 giorni. L’ambasciata suggerisce di compilare sempre il modulo Passenger locator form necessario per ottenere il certificato di tampone negativo e poter ripartire.
Le regole in Inghilterra
Nel Regno Unito ormai da tempo non esiste più alcuna limitazione se non quella del buon senso. I positivi possono circolare liberamente. Dunque nessun problema per chi, in Inghilterra per vacanza, dovesse contagiarsi. Si può rimanere in casa o in hotel fino a quando si ritiene, andare in giro appena ci si sente meglio, e prendere l’aereo quando è previsto. Le autorità sanitarie raccomandano soltanto di rimanere a casa e di evitare contatti stretti con persone fragili per 5 giorni e portare la mascherina.
Le regole per gli Stati Uniti
Vacanze o viaggio d’affari, senza vaccino negli Stati Uniti non si entra, tranne che per i minorenni. Gli Usa hanno tolto l’obbligo di test negativo 48 ore prima dell’arrivo ma oltre all’Esta (il visto di ingresso) serve il certificato di vaccinazione. Ed è assolutamente consigliato partire con un’assicurazione in tasca. Se ci si ammala, cinque giorni di isolamento (e dunque di sistemazione a proprie spese) sono obbligatori e l’assistenza sanitaria è a pagamento. Non si potrà tornare in Italia senza essere prima guariti.
Conviene stipulare un’assicurazione prima di partire?
Per evitare disagi in vacanza una soluzione potrebbe essere quella di stipulare un’assicurazione prima di partire. In caso di sintomi gravi il viaggiatore potrebbe avere bisogno di assistenza medica che in alcuni paesi potrebbe risultare costosa. Diverse compagnie assicurative offrono polizze che coprono eventuali spese in vacanza e alcuni pacchetti con un sovrapprezzo offrono tale copertura. Alcune assicurazioni di ordini professionali coprono con una franchigia le cure e i farmaci erogati nei Paesi esteri. In altri casi è previsto il prolungamento del soggiorno e il rimborso delle spese di vitto e alloggio.
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