L’esecutivo si avvia verso la proroga dello stato di emergenza adottato a causa della pandemia di Covid-19. La decisione dovrebbe arrivare in tempi molto stretti, probabilmente già domani. Il premier Mario Draghi, che preme l’acceleratore a fronte dell’aumento dei contagi di coronavirus e alla diffusione della variante Omicron, domani dovrebbe riunire un consiglio dei ministri per varare il rinnovo dello stato di emergenza di tre mesi, fino al 31 marzo.

La scelta di Draghi, però, sarebbe quella di procedere per step, evitando così strappi, soprattutto con il centrodestra. Il Consiglio dei ministri dovrebbe varare un atto con valore di legge che supera i decreti del precedente governo: il 31 gennaio 2022 si esaurisce infatti la possibilità di prorogare nuovamente l’attuale stato di emergenza, che è già stato rinnovato per due volte dal gennaio 2020, per un totale di 24 mesi.

Il ruolo dei partiti

Un ruolo determinante verso la proroga lo hanno avuto le forze politiche di maggioranza. In questa partita è Matteo Salvini a fare un passo indietro, rispetto alle sue posizioni iniziali. “Sulla proroga dello stato di emergenza aspettiamo i dati. Aspettiamo di confrontaci con sindaci e governatori prima della scadenza per capirne la necessità o meno. Io per il momento mi limito a ringraziare gli italiani, e sono assolutamente fiducioso e ottimista”, ha detto il leader del Carroccio.

Nessun dubbio, invece, per l’asse giallo-rosso. “Il M5S si rimette sempre alle valutazioni degli esperti, come ha sempre fatto, però è chiaro che rispetto a una curva epidemiologica e a una variante che appare molto contagiosa mi sembra necessario pervenire a una proroga dello stato d’emergenza”, sottolinea il leader pentastellato, Giuseppe Conte, che in mattinata ha avuto un lungo colloquio con Draghi, a Palazzo Chigi, durante il quale hanno parlato anche della situazione sanitaria.

Va dritto anche l’alleato, Enrico Letta: “Credo sia maturo il momento nel quale il governo annunci la proroga dello stato Di emergenza, è necessario e importante che avvenga il più rapidamente possibile”, ribadisce il concetto il segretario del Pd.

Divisi i presidenti di Regione ma prima della decisione dell’esecutivo non si esclude un incontro tra i governatori e il governo. “Lo stato di emergenza garantisce rapidità d’intervento e dunque il governo non lo dovrebbe abbandonare” è l’input del governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.

Per il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il segnale è chiarissimo: “Dico sì alla fine dello stato di emergenza, ma in queste cose ciò che è determinante è il contesto dell’ultimo miglio. Uscire dallo stato di emergenza significa che anche psicologimente si pensa che sia finita vediamo cosa succede da qui al 31 dicembre”, dice Zaia, lasciando trasparire tutti i dubbi su uno stop nella fase che vive il Paese.

Al momento sono otto le Regioni che hanno superato la soglia del 10 per cento di occupazione delle terapie intensive: Trentino Calabria, Friuli, Lazio, Liguria, Marche, Provincia di Bolzano e Veneto.

Il freno della Meloni

Contro la proroga dello stato di emergenza si schiera Fratelli d’Italia. “Bisogna riuscire a combattere la pandemia ripristinando la pienezza dei diritti individuali e democratici”, ha detto la leader di FdI Giorgia Meloni, durante una iniziativa a Rieti. Che ha attaccato l’esecutivo: “Dopo due anni lo stato di emergenza, ma che emergenza è? Non è emergenza, dopo due anni devi riuscire a combattere la pandemia”. E poi ha sottolineato che il provvedimento “può funzionare i primi mesi perché non sai con cosa hai a che fare, ma dopo due anni lo sai E’ uno Stato – ha continuato – che non fa il suo lavoro: i ristoratori devono fare i controlli, ma nei mezzi pubblici si sta tutti stipati. E’ il primo cluster, ma ci sono altre priorità, tipo chiudere le palestre. Potenziare il trasporto pubblico è piu’ difficile, ma lo stato dovrebbe fare le cose difficili, non quelle facili sulla pelle dei cittadini”.

E nel rispolverare il tema della migrazione, ha puntato il dito sul ministro della Salute e la ministra dell’Interno: “La combo Speranza-Lamorgese ci spiega poi che hanno fermato i voli da una serie di nazioni africane: qui sbarcano ogni giorno migliaia di persone, e loro bloccano i voli”.

Incognita Quirinale

In questo scenario c’è anche un aspetto politico da non trascurare. Perché oltre alla legge Di Bilancio, che va approvata entro il 31 dicembre, c’è sempre la partita del Colle da giocare. Ma Conte è categorico: “È assolutamente improprio proiettare l’ombra del Quirinale sulla decisione Di prorogare o meno lo stato Di emergenza”, dice a LaPresse. “È una decisione che va assunta in base a criteri oggettivi, sulle evidenze fornite dagli esperti del Cts e delle autorità sanitarie. Alcune letture che, invece, la collegano alla scelta del nuovo presidente della Repubblica sono completamente distorte e anche pericolose”, avverte il presidente del Movimento 5 Stelle.

 

Redazione

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