Cosa succede se si contraggono entrambi?
Covid e influenza stagionale insieme, i sintomi e gli effetti del Flurona
È possibile contagiarsi di influenza stagionale e Covid? Sì, anche se è un caso abbastanza raro. Soprattutto nel mese di dicembre in cui si assiste a un vero e proprio picco di contagi di entrambi. La coinfezione viene chiamata Flurona ed è una combinazione che preoccupa gli esperti perché potenzia i sintomi e nei pazienti fragili può essere pericolosa. La buona notizia è che mentre l’influenza stagionale ha raggiunto picchi di contagio altissimi, il Covid sta sempre più indietreggiando: basti pensare agli elevati numeri di contagiati nello stesso periodo dell’anno scorso.
Resta che in questo periodo dell’anno i virologi hanno parlato di “liberi tutti” di virus e dunque non è impossibile contrarre entrambi i virus in contemporanea, il cosiddetto Flurona. Non si tratta di un nuovo virus o di una nuova e più temibile variante ma semplicemente di un neologismo che mette insieme le parole flu (influenza) e corona (coronavirus) per indicare la coinfezione dei due in un organismo. Capire in quanti oggi abbiamo contratto l’uno o dell’altra non è cosa semplice perchè sia nel caso del Covid che dell’influenza, i sintomi sono pressoché equivalenti: tosse, febbre, mal di testa, mal di gola, dolori muscolari. L’unico modo per distinguerli è fare il tampone. Il fatto è che le coinfezioni possono creare complicanze quindi sarebbe meglio saperlo nel caso di persone fragili, anziani. Bambini piccoli e donne incinte. Per chi è in buona salute e senza fattori di rischio in realtà cambia poco.
“I casi di doppia infezione contratta nello stesso momento sono rari, perché c’è un effetto di interferenza dei virus, che quando entra nei recettori compete con gli altri. Quindi solitamente ne prevale uno. E poi va detto che la risposta alla prima infezione garantisce una buona difesa immunitaria”, ha detto a Repubblica il virologo Fabrizio Pregliasco. In ogni caso, quando si contraggono entrambi i virus, è bene prestare attenzione ai sintomi più gravi. I sintomi che devono far scattare il campanello d’allarme sono questi: difficoltà a respirare, dolore al petto, sonnolenza tale da impedie di rimanere svegli, confusione, peggioramento di eventuali malattie preesistenti, disidratazione (nei neonati ci si può accorgere di questo dai pannolini troppo asciutti), colorazione bluastra di unghie e labbra (cianosi). In quel caso è bene contattare il medico.
Uno studio pubblicato su The Lancet la primavera scorsa e condotto dalle Università di Edimburgo (Scozia), Liverpool (Inghilterra), Leiden (Paesi Bassi) e dall’Imperial College di Londra, ha preso in analisi oltre 305.000 malati ricoverati con Covid. In questi i medici hanno rilevato in quasi 7mila pazienti altre infezioni oltre al Covid e in 227 casi si trattava del virus dell’influenza. Questi ultimi hanno avuto esiti di salute significativamente più gravi. I ricercatori hanno infatti stimato che le due infezioni insieme (Covid e influenza) aumentino di 2,4 volte il rischio di morte rispetto a chi è malato solo di Covid e di 4 volte il rischio di avere bisogno della ventilazione meccanica.
Per questo motivo nella ricerca citata da Repubblica gli scienziati sottolineano “la necessità di un maggiore ricorso ai test doppi sui pazienti Covid in ospedale e sottolineano l’importanza della vaccinazione completa contro entrambi i virus”. E che il doppio vaccino sia utile lo confermano anche i dati citati da Giovanni Maga, direttore del Cnr di Pavia: “Si è visto che, nell’epoca prevaccinale, il tasso di queste coinfezioni era intorno al 4%. Viceversa, nell’ultimo anno e mezzo, studi simili danno una probabilità tra lo 0,5 e lo 0,7%. Quindi la vaccinazione ci ha aiutato molto ad abbassare il rischio”.
L’esperto cita alcuni studi americani che hanno studiato il fenomeno. “Prima di tutto queste coinfezioni erano più frequenti nei giovani, forse per una maggiore probabilità di esposizione; in secondo luogo questi giovani non presentavano un rischio di malattia grave, ma sintomi più intensi riconducibili alle due tipologie di infezioni, perché si crea uno stato infiammatorio più forte: la febbre può durare di più, accompagnata da forte mal di gola, difficoltà a deglutire, tosse, mal di testa, dolori alle ossa“. Ma la situazione potrebbe diventare più pericolosa per i pazienti fragili. “Si è visto che, con l’aumentare dell’età o con la presenza di condizioni patologiche preesistenti, cresce il rischio di infezione. Quindi, specie oggi, periodo in cui i casi di influenza sono in numero elevato e a questa si aggiungono sottovarianti Omicron più contagiose, il quadro è da tenere sotto attenzione”. Cosa fare? “Il presidio fondamentale per prevenirle è la vaccinazione”, conclude Maga.
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