È l’India il Paese con il più alto numero di casi ma ci ha messo pochissimo la nuova variante SARS-CoV-2 denominata BA.2.75 a diffondersi anche altrove. È un sottolignaggio di Omicron, come ormai tutte le varianti in circolo al mondo, e deriva da Omicron BA.2. Ed è stato già tracciato in Australia, Canada, Germania, Regno Unito e Nuova Zelanda, che hanno già depositato almeno una sequenza. Al 4 luglio una quarantina di casi in tutto il mondo, nessuno in Italia.
Il virologo del Department of Infectious Disease all’Imperial College di Londra, Tom Peacock, ha analizzato nel dettaglio la nuova variante e ha evidenziato 45 mutazioni in comune con BA.5 e 15 peculiari di cui nove nella proteina Spike. Due le mutazioni chiave rispetto alla variante “madre” BA.2, secondo gli scienziati del Laboratorio di Evoluzione Proteine e Virus del Fred Hutch tra le quali una permetterebbe con ulteriore facilità al virus di superare la barriera di anticorpi creata dai vaccini o da una recente infezione.
Come ricostruito da Silvia Turin su Il Corriere della Sera SARS-CoV-2 è cambiato rapidamente, i ceppi sono molto diversi anche all’interno di Omicron, la trasmissibilità resta difficile da arginare mentre i vaccini offrono ancora una solida protezione contro la malattia severa. Non è escluso che la trasmissibilità possa aumentare ancora con BA.2.75. Nessuna precisazione su una maggiore o minore letalità anche se finora “il virus non è andato nella direzione di aumentare il suo impatto patogeno e si pensa possa essere così anche questa volta”.
Peacock ha parlato della sottovariante come “in apparente rapida crescita” e come valga la pena “tenerla d’occhio” anche se le “sequenze finora raccolte sono poche”. La velocità con la quale il sottolignaggio si è diffuso in un mese da India a Germania a Canada e Nuova Zelanda è una delle caratteristiche da tenere sotto controllo. “Credo valga la pena tenere d’occhio la nuova sotto-variante BA.2.75 identificata in India e altri paesi in quanto potrebbe essere ancora più contagiosa della Omicron 5 e avere un’elevata capacità di infettare, le persone guarite e vaccinate. Occhio senza allarme”, ha scritto in un post su Twitter il direttore Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti.
A prendere il sopravvento nelle ultime settimane, anche in Italia, è stata però la variante BA.5, attestata al 60% dei contagi. Il bollettino del ministero della Salute ieri ha riportato 132.274 nuovi casi, il dato più elevato dallo scorso primo febbraio quando i nuovi casi erano stati 11.142. I contagi erano saliti del 55% dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente. I decessi settimanali, 464, sono saliti del 18% rispetto alla settimana precedente. Così come sono aumentati i ricoveri in area non critica (più 28%) e in terapia intensiva (30%).
Il tasso di positività ieri si è attestato al 29%. Secondo La Fiaso (Federazione di Asl e ospedali) sono trenta milioni gli italiani a rischio contagio. Cinque Regioni sono oltre la soglia di allerta: Basilicata, Calabria, Liguria, Sicilia e Umbria. L’Umbria, al 15%, sarebbe entrata in zona arancione con le vecchie regole. Il plateau è stato pronosticano per il 15 luglio.