Il governatore contro l'esecutivo Draghi
Covid in Campania, l’appello di De Luca: “A Natale restiamo a casa, non facciamo scemenze”
Rivendica il lavoro svolto dalla Regione e attacca il governo Draghi sulla gestione dell’emergenza Covid-19. È un Vincenzo De Luca dai due volti quello che torna a parlare nell’ultima ‘tribuna’ social pre-natalizia.
Il presidente della Regione Campania infatti non manca di accusare l’esecutivo, sia sulle misure prese che sul tempismo di quest’ultime: “Abbiamo pagato in questi mesi un orientamento del Governo italiano che tende ad approvare sempre mezze misure, a perdere tempo. Ancora oggi il Governo ha preso delle decisioni significative ma probabilmente al di sotto delle necessità”.
Il riferimento va ovviamente al decreto Festività approvato in Consiglio dei ministri ieri, 23 dicembre, al cui interno vi sono diverse misure per fronteggiare la quarta ondata del Coronavirus, spinto dalla variante Omicron.
A fine novembre, ha ricordato De Luca, “il Governo ha preso alcune decisioni, ma poi ha stabilito che quelle decisioni diventavano operative a metà dicembre. Decidiamo a fine novembre, e poi aspettiamo altri 15 giorni per rendere effettive queste decisioni, cioè l’obbligo della terza dose per il personale sanitario e per il personale scolastico, l’obbligatorietà del vaccino per le forze dell’ordine. Qual è la ragione per la quale perdiamo 15 giorni di tempo, determinando poi un affollamento ulteriore a dicembre sui centri vaccinali? Anche questa è una malattia di cui non ci liberiamo in Italia”, ha accusato il governatore.
Così facendo, è l’opinione di De Luca, “stiamo bruciando quel mese di vantaggio che avevamo rispetto ad altri Paesi d’Europa. Mentre in Olanda, che ci sia Natale o Capodanno di mezzo, si chiude se la priorità è la salute dei cittadini, e così l’Austria, la Germania dove si chiudono gli stadi al pubblico, in Italia dobbiamo sempre procedere con mezze misure che producono l’unico risultato di farci perdere tempo e di farci perdere il vantaggio che avevamo rispetto ad altri Paesi”.
NATALE A CASA E I CONTROLLI – L’invito di De Luca, con la Regione che ha fatto da apripista in Italia vietando le feste in piazza a Natale e Capodanno, è quello di vivere le festività “in maniera responsabile”. “Guai a noi se in questa settimana fra Natale e Capodanno perdiamo la testa – ha ricordato il governatore -. Cerchiamo di rimanere a casa quanto più possibile”.
sNatale a casa che può essere anche l’occasione, ha ricordato il presidente campano, per “ritrovare affetti, valori, per liberarci di qualche scoria che tutti quanti ci portiamo appresso, di qualche elemento di aggressività, approfittiamone per ridiventare più umani”.
Da evitare, anche perché di fatto vietate, “le feste di compleanno, la festa di laurea, le scemenze. Quando siamo in un’emergenza, le cose non essenziali vanno eliminate perché ci si fa male”. L’appello di De Luca è quello ad essere “responsabili, perché dovete sapere che, in questo anno e mezzo-due anni, il personale sanitario si è ridotto. Molti medici, infermieri, amministrativi e tecnici sono andati in pensione e solo in minima parte è stato possibile sostituirli con nuove assunzioni. In particolare gli anestesisti mancano. Una delle croci che abbiamo è quella di aumentare i posti letto di terapia intensiva sapendo che poi gli anestesisti, le figure professionali indispensabili, non ci sono. Quindi sapendo che se vuoi aprire altri reparti Covid devi chiudere i reparti ordinari”.
Il governatore ha anche rivendicato la scelta della Campania di mantenere l’obbligo di mascherina all’aperto in tutti questi mesi. Ma è lo stesso De Luca a constatare “con grande amarezza” che “non tutti hanno rispettato l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto”.
Regole vietate grazie a quella che il presidente campano giudica una “criticità del nostro Paese”, ovvero “una situazione per la quale si fanno le ordinanze, ma i controlli sono totalmente inesistenti”. Anche qui l’attacco è all’esecutivo: “Dopo le decisioni di novembre da parte del Governo, per 24-48 ore abbiamo fatto finta di vedere qualche pattuglia in mezzo alle strade, dopodiché la fine. Parliamoci chiaro, nessuno può immaginare di militarizzare l’Italia, ma qualche anno fa le forze dell’ordine hanno varato il programma Strade sicure, pattuglie miste per controllare chi non rispettava il codice della strada. E’ tanto difficile impegnare 20, 30, 50mila uomini non solo delle forze dell’ordine, ma soldati in funzione di supporto? Avere una pattuglia nelle strade commerciali dove abbiamo affollamenti drammatici, forze dell’ordine o militari che per una settimana si limitano a richiamare quelli che non indossano la mascherina, quelli che usano la mascherina per riscaldarsi il pomo d’Adamo o per contrastare l’artrite al gomito, o almeno per richiamare i giovani che fanno assembramenti. C’è stata la totale assenza di controlli e sarebbe bastato imporre l’uso serio della mascherina e avremmo ridotto del 30-40% la diffusione dei contagi. Parlo per la Campania e adesso vediamo per l’Italia cosa succede, ma non succederà niente”.
De Luca che ribadisce dunque ancora una volta l’appello a essere “responsabili”, perché “se esplode il contagio nessuna persona responsabile può comportarsi come se non ci fosse”.
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