Sanzione sospesa
Covid, multa ai medici-eroi per gli straordinari: Procacci scrive a Mattarella
Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato: «Lo Stato non può penalizzare i dottori e operatori sanitari dopo aver loro chiesto e ottenuto un impegno straordinario. Questa è una vicenda spiacevole» E la commissione Covid promessa dalla maggioranza Meloni che fine ha fatto?

Sono tre i primari del Policlinico di Bari multati per i troppi straordinari durante l’emergenza covid, e per non aver rispettato le norme sui riposi di medici e infermieri. A ricevere le sanzioni sono stati, in solido con la direzione generale del Policlinico, i direttori della Chirurgia videolaparoscopica Angela Pezzolla e della Chirurgia epatobiliare e trapianto di fegato Francesco Tandoi (5 mila euro a testa). L’Ispettorato del Lavoro di Bari era intervenuto nei mesi scorsi a seguito di un esposto presentato da alcune sigle sindacali. Nell’esposto (che i destinatari delle sanzioni non hanno ancora potuto leggere) si parla del «superlavoro» che avrebbe causato il decesso di alcuni medici nel periodo finale della pandemia, con un «sistematico» ricorso agli straordinari e a turni anche superiori alle 12 ore, senza rispettare i vincoli sul riposo obbligatorio.
Da qui le verifiche, che hanno contestato irregolarità e portato gli ispettori del lavoro a emettere le sanzioni. La vicenda, risalente ad agosto, è balzata ora agli onori della cronaca perché il terzo dei medici sanzionati, il dottor Vito Procacci, primario del pronto soccorso, ha inviato una lettera a Mattarella, chiedendogli di intervenire: “Prima ci chiamano eroi del covid e poi ci multano”. Il Capo dello Stato ieri ha chiamato al ministro del Lavoro Calderone, che ha sospeso la multa presso l’ispettorato del lavoro. Il dottor Procacci, fratello di Giovanni Procacci, ex senatore del Partito democratico e da anni staffista di Michele Emiliano, aveva ricevuto una multa di 27.100 euro.
La vicenda ha suscito polemica e sdegno da tutte le parti. Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato aveva subito commentato: “Siamo pronti ad offrire tutto il nostro supporto per trovare le soluzioni più idonee perché queste norme vengano rapidamente corrette e le sanzioni annullate e si ponga fine a questa paradossale vicenda. Lo Stato non può sanzionare i propri medici e operatori sanitari dopo aver loro chiesto e ottenuto un impegno straordinario in un momento di eccezionale emergenza quale è stata la pandemia da covid. Questa è una vicenda spiacevole – ha detto il sottosegretario – Ritengo che debba essere assolutamente riconosciuto lo straordinario a chi durante il covid ha fatto maggiore lavoro perché era giusto farlo, perché lo dovevano fare e perché lo hanno fatto per salvare vite umane. Se ci sono intoppi burocratici il governo e le Regioni dovranno superare questi intoppi e dare il giusto ha chi ha lavorato”.
Dopo poche ore, con la telefonata di Mattarella al ministro del Lavoro, le multe sono state sospese. Con apprezzamento del segretario nazionale dell’Ordine dei Medici Filippo Anelli: “Segno di attenzione nei confronti dei professionisti e di giusta valutazione del loro impegno quotidiano e dell’abnegazione dimostrata durante la pandemia”. Anche il ministro della Salute Schillaci: “le sanzioni sono state comminate sulla base di norme che sul piano giuridico e amministrativo sicuramente troveranno un fondamento ma non interpretano le necessità e l’emergenza che il mondo e l’Italia ha vissuto. Insieme al sottosegretario Gemmato siamo pronti ad offrire tutto il nostro supporto per trovare le soluzioni più idonee perché queste norme vengano rapidamente corrette e le sanzioni annullate, e si ponga fine a questa paradossale vicenda”.
La cosa incredibile infatti, oltre alla multa ricevuta da chi è stato reo di aver troppo lavorato, è che a “sollecitarla” sia stato proprio un sindacato dei medici. Mentre oggi la Cgil commenta: “Non sappiamo chi abbia fatto l’esposto all’Ispettorato del lavoro” ma “la nostra solidarietà certamente va ai medici, a tutto il personale sanitario ma anche a quell’ispettore che ha fatto solo il suo dovere”, ha dichiarato Antonio Mazzarella, segretario generale della Cgil Puglia medici e dirigenti sanitari. “Non vorrei – dice Mazzarella – che ora con la sospensione della sanzione passasse il messaggio che negli ospedali si possa lavorare sotto organico. Se è stata fatta la multa evidentemente quello che veniva denunciato è stato riscontrato e l’ispettore non poteva fare diversamente. Ora è chiaro che fatto durante l’emergenza Covid ha sollevato giuste polemiche, ma la situazione era la stessa prima del Covid e dopo il Covid.
L’esposto è stato fatto durante l’emergenza e l’ispettorato è intervenuto in quel momento. L’unica soluzione vera è assumere, assumere, assumere, altrimenti il problema non sarà mai risolto”. E anche il presidente dell’Ordine dei Medici Filippo Anelli chiede di procedere con massicce assunzioni. Perché è proprio la loro carenza che, durante l’emergenza, ha costretto a maggiori straordinari il personale in servizio. O, in alcune regioni, all’assunzione straordinaria di personale che poi è stato stabilizzato senza concorso. Ma di fronte a tutto questo ancora non si sa che fine ha fatto la commissione covid, che era stata promessa dalla maggioranza Meloni.
Il 7 novembre il testo andrà in aula. Con la speranza che poi, una volta, istituita, la commissione non venga annacquata come premono da più parti. Purtroppo non è ancora tutta acqua passata, e gli effetti dell’epidemia, come dimostrano le multe ai medici, li subiamo ancora. Soprattutto li subiscono i nostri giovani, i cui danni psicologici dovuti al periodo di lockdown emergono in questi mesi. Addirittura tra gli adolescenti si contano un milione e mezzo di malati di disturbi alimentari, mentre chiudono le strutture per curarli. Alla luce degli ingenti danni non è concepibile che il parlamento non si occupi di analizzare, oggi a bocce ferme, e a emergenza superata, come sia stata gestita da chi in quel momento guidava politicamente il Paese. La verità è una forma di rispetto che dobbiamo a chi in quel periodo ha perso la vita, a chi è rimasto convalescente, a chi ha lavorato per salvarci, e anche al sacrificio di tutti noi che diligentemente abbiamo rinunciato alle nostre libertà perché quello ci chiedeva il Governo in quel momento.
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