Il Covid dietro le sbarre
Covid nelle carceri, sette vittime in Campania: “Vaccino e domiciliari per chi ne ha i requisiti”
Il Covid entra ancora nelle carceri e continua a fare vittime. Dopo tre giorni in terapia intensiva è morto ieri Antonio Maiello, 52 anni, uno dei 17 agenti della polizia penitenziaria del carcere di Carinola che giorni fa avevano contratto il virus. Maiello era assistente capo coordinatore e ogni giorno faceva la spola tra la sua casa a Cellole, dove viveva con la moglie e due figli, e la struttura di Carinola, dove lavorava. Il carcere ospita circa 300 persone e da alcuni giorni, tra le celle e i corridoi dell’edificio realizzato negli anni Ottanta, il Covid è tornato a essere una seria minaccia proprio in conseguenza del contagio che si è diffuso tra gli agenti della penitenziaria.
Si parla di focolaio e intanto si piange l’ennesima vittima. In Campania è la settima e si aggiunge ai morti di Covid dei mesi scorsi: un agente a Santa Maria Capua Vetere, il direttore sanitario del carcere di Secondigliano, quattro detenuti. Mentre il bilancio più attuale dei contagi nelle carceri della regione registra 24 detenuti contagiati e 59 tra operatori e agenti penitenziari. Intanto a Carinola sono stati sospesi attività scolastiche e corsi professionali e formativi ed è stato anche sospeso l’ingresso dei volontari. Il direttore Carlo Brunelli ha disposto inoltre il tampone per tutti i detenuti e, al momento, si è registrato un solo caso, immediatamente isolato.
E mentre nel mondo del carcere si valutano le azioni per arginare il virus e contenere i contagi, il mondo fuori continua a mostrarsi indifferente nonostante lo sciopero della fame della leader radicale di Nessuno Tocchi Caino Rita Bernardini, le iniziative di avvocati penalisti, i rinnovati appelli del garante regionale Samuele Ciambriello affinché la politica cominci seriamente a occuparsi di risolvere il sovraffollamento nelle celle adottando iniziative per ampliare il ricorso alle misure alternative alla reclusione e inserisca tra le priorità dei piani vaccinali anche chi vive e chi lavora negli istituti di pena. «Da tempo chiediamo il vaccino anticovid per tutti i detenuti», sottolinea la garante dei detenuti della provincia di Caserta, Emanuela Belcuore, ribadendo anche l’appello dei garanti rivolto ai magistrati di sorveglianza «affinché si velocizzi l’iter che prevede la possibilità, per chi ne ha i requisiti, di scontare il resto della pena a casa e non in cella».
Quella dei vaccini è una speranza importante anche per il mondo penitenziario. «Presto i vaccini altrimenti la terza ondata sarà sicura e più devastante», ribadiscono i rappresentanti dei sindacati della polizia penitenziaria. «Pur se nell’ultimo mese i casi di detenuti e di poliziotti positivi è diminuito – spiega Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria illustrando i dati sui contagi nelle carceri – i detenuti positivi sono 531 di cui 484 asintomatici, 21 sintomatici gestiti nel carcere e 26 ricoverati, mentre tra il personale penitenziario ci sono 599 positivi di cui 577 con degenza a domicilio, 9 degenti in caserma e 13 ricoverati in ospedale. La situazione è sempre di massima attenzione. Bisogna evitare a tutti i costi che un caso come quello di Carinola possa ripetersi in altri istituti di pena. È senza dubbio importante iniziare quanto prima il piano di vaccinazioni per i poliziotti penitenziari e per i detenuti, dando priorità ai 350 detenuti ultra ottantenni e con patologie severe».
Il Covid continua a far paura in carcere. «Anche se i dati dimostrano una diminuzione dei contagi, la morte del nostro collega Tonino – conclude Di Giacomo- impone la massima attenzione per ridurre al minimo le esposizioni al virus, considerato che nell’ultimo periodo si rileva una maggiore aggressività. Senza vaccini, quindi, sarà difficile evitare la terza e più dura ondata».
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