Palamaragate
“Creazzo è un porco”, le chat sfogo con Palamara della Sinatra (che rischia la radiazione?)
«Giurami che il porco cade subito», scrisse Alessia Sinatra, sostituto della Dda di Palermo, ex vicepresidente dell’Anm ed esponente di primo piano di Unicost in Sicilia, il 23 maggio dello scorso anno a Luca Palamara, ex zar delle nomine al Csm ed ex presidente dell’Anm. Il porco, come si capirà nei messaggi successivi, è Giuseppe Creazzo, l’attuale procuratore di Firenze, anch’egli toga di Unicost. La chat fra Palamara e la dottoressa Sinatra è finita sotto la lente del procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi, titolare dell’azione disciplinare. Sinatra, a differenza delle centinaia di magistrati che chiedevano incarichi e posti, non ha mai chiesto nulla a Palamara.
Ha soltanto espresso un giudizio nei confronti di un collega. Per Salvi, però, si sarebbe trattato di un comportamento “gravemente scorretto” nei confronti di Creazzo e quindi passibile di essere sanzionato da parte della Sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli. Considerato il precedente Palamara, radiato il mese scorso, non è da escludersi che venga richiesta anche l’espulsione di Sinatra dalla magistratura. Tutto inizia alla fine di maggio dello scorso anno. Il 23 maggio la Commissione incarichi direttivi del Csm sta votando per il successore di Giuseppe Pignatone al vertice della Procura di Roma. Quattro i voti a favore del procuratore generale di Firenze Marcello Viola, un voto ciascuno per Creazzo e per Francesco Lo Voi, procuratore di Palermo e capo della dottoressa Sinatra. «Non mi dire che Creazzo ci crede?», scrive allora Sinatra a Palamara, «sono pronta a tutto e lo sai».
«Io insieme a te. Sempre…», risponde Palamara. «Ma con te il porco ha parlato?», prosegue Sinatra. E Palamara: «Assolutamente no».
«Porco mille volte», la secca replica della magistrata. Passa qualche giorno ed i due tornano sul risultato del voto in Commissione.
«Sono inorridita. Sento kazzate su valori e principi fondanti ed elevatissimi. E su queste basi il gruppo per il quale io mi sono spesa stando nell’angolo, farà di tutto per mettere sulla poltrona di Roma un essere immondo e schifoso». Si riferisce a Creazzo. Perché tanta rabbia? E perché, poi, lo definisce sempre “porco” e non con altri epiteti? Si riferisce a qualcosa? Sembra quasi un messaggio cifrato. Tutto questo è un mistero. Poi, in un altro messaggio, aggiunge: «Capo (Lo Voi, ndr) apparentemente tranquillo (è troppo furbo). Con me delizioso. Solo qualche battuta sul Csm. Ma non fa trapelare nulla…». Palamara: «Posso ben immaginare. Non può ritirarsi perché si preclude il ricorso».
Lo Voi, per la cronaca, presenterà ricorso al Tar del Lazio contro la nomina di Michele Prestipino a procuratore di Roma. Il ricorso sarà discusso il mese prossimo insieme a quelli, sempre contro la nomina di Prestipino, di Viola e dello stesso Creazzo. «Io sono disposta a tutto», conclude Sinatra.
Il 29 maggio successivo La Repubblica pubblica lo scoop sull’indagine a carico di Palamara. “Corruzione al Csm”, il titolo dell’articolo.
Palamara e Sinatra all’alba hanno già letto il giornale e si scrivono subito. «È una guerra. E noi non possiamo mollare ..», esordisce Palamara.
«Perché farti questo?», risponde Sinatra. «Perché c’è chi mi vuole molto male. Ma io sai ho tanti argomenti», la risposta sibillina di Palamara.
«Sì ma tu non sei cattivo», replica la pm siciliana. Passano alcune ore e Palamara dirama un comunicato stampa. «Apprendo dagli organi di stampa di essere indagato per un reato grave ed infamante per la mia persona e per i ruoli da me ricoperti. Sto facendo chiedere alla Procura di Perugia di essere immediatamente interrogato perché voglio mettermi a disposizione per chiarire, nella sede competente ad istruire i procedimenti, ogni questione che direttamente o indirettamente possa riguardare la mia persona. Mai, e sottolineo mai, baratterei il mio lavoro e la mia professione per alcunchè e sono troppo rispettoso delle prerogative del Csm per permettermi di interferire sulle sue scelte ed in particolare sulla scelta del procuratore di Roma e dei suoi aggiunti».
I vertici di Unicost non intervengono per tutto il giorno a difesa di Palamara. Silenzio assoluto. Sinatra esplode: «Senza di te erano zero. Il porco di Firenze ha scritto?». «Macché», scrive Palamara. «Mi viene da vomitare», risponde secca Sinatra. E poi: «Luca, cerca di staccare un po’ .. prova a non pensare… Se proprio non ci riesci ricorda che tantissime persone sono con te e ti vogliono bene. Io di più…notte». La chat si interrompe a questo punto. Il giorno successivo gli investigatori del Gico della guardia di finanza sequestreranno il cellulare di Palamara.
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